Mafia e gas, nuovo sequestro per gli eredi di Brancato
Un tesoro da oltre sette milioni e mezzo di euro, suddivisi in tre conti correnti in una filiale di Palermo e adesso il sequestro agli eredi di Ezio Brancato, il re del gas, ammonta a 55 milioni di euro. Secondo quanto pubblicato su livesicilia.it da un nuovo controllo sul patrimonio della famiglia Brancato sono saltati fuori i tre conti correnti intestati alla moglie la balestratese Maria D’Anna e alle figlie Monica e Antonella. Appena una settimana fa il sequestro dei beni agli eredi di Ezio Brancato, funzionario regionale oggi deceduto, che negli anni ’80 secondo l’accusa entrò in affari sporchi con don Vito Ciancimino, per il grande affare del gas. Nel 1981 infatti è nata la Gasdotti Azienda Siciliana fondata da due gruppi imprenditoriali. Uno faceva capo al tributarista Gianni Lapis. L’altro ad Ezio Brancato. Grazie all’appoggio di Cosa nostra l’azienda ottenne il via libera per realizzare la rete e la concessione per distribuire il metano in settantaquattro comuni fra Sicilia e Abruzzo. Nel 2004, prima di essere venduta per 115 milioni di euro agli spagnoli della Gas Natural, la società era diventata un colosso del settore. Da un’indagine certosina è venuto a galla il passaggio di circa 5 milioni di euro transitati dal conto di Ezio Brancato a quello della figlia di Lapis. E da qui in quello svizzero denominato “Mignon” nella disponibilità di Massimo Ciancimino, il figlio di don Vito, finito oggi in manette per evasione fiscale e associazione a delinquere con l’aggravante di favoreggiamento alla mafia.