Isola delle Femmine, chiesti 30 anni per l’ergastolano Francesco Bruno accusato dell’omicidio Enea

 

Vincenzo Enea, era un costruttore di Isola delle Femmine, è stato ucciso nel suo paese per mano mafiosa, nell’estate del 1982. Dopo più di trent’anni sono emersi sull’omicidio nuovi elementi che hanno portato il Pm alla richiesta di un’ulteriore condanna del boss di Isola Francesco Bruno, già all’ergastolo per mafia. Dagli ultimi risvolti, l’omicidio Enea sembra sia collegato con quello di Benedetto D’Agostino, ucciso qualche settimana prima. Vincenzo Enea nel suo ruolo di costruttore, stava realizzando del Bungalow ad Isola delle Femmine ma un’altra società di costruzioni, la Bbp, facente capo al boss Bruno, ha sconfinato nel suo terreno per realizzare altre strutture immobiliari. Benedetto D’Agostino, per mediare sul problema di confini, allora andò a parlare con il boss di Partanna Mondello, Saro Riccobono, chiedendo il ritiro degli operai della Bbp che avevano sconfinato, ma per tutta risposta fu ucciso. Stessa sorte tocco dopo qualche settimana a Vincenzo Enea per mano dello stesso commando di fuoco, Saro Riccobono, Francesco Bruno e Salvatore Lo Piccolo. Dopo trent’anni la vicenda è stata raccontata dal alcuni pentiti ed è stata confermata con precise indicazioni, da un figlio di Vincenzo Enea, che oggi risiede negli Stati Uniti e non ha mai parlato per paura di ritorsioni.

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