Regione. Bilancio, deputati 5 stelle presentano emendamenti contro la povertà

Sono 1600 gli emendamenti presentati alla legge finanziaria e bilancio. Gli uffici di Palazzo dei Normanni, già da ieri sono a lavoro per verificare l’ammissibilità. Molti sono stati presentati dal Popolo della libertà e dal Movimento 5 Stelle. I grillini in particolare hanno trovato tra le pieghe del bilancio quasi 110 milioni di euro che potrebbero consentire a oltre 20 mila disoccupati, precari e inoccupati di usufruire di un reddito mensile di circa 440 euro al mese, pari all’importo dell’assegno sociale minimo dell’Inps. Sul fronte imprese, invece, è arrivato in commissione Attività produttive il via libera all’emendamento che dirotta i 3 milioni previsti per la comunicazione istituzionale al Fondo per il microcredito, inserito in Finanziaria per volontà del M5S e che già può contare su circa 350 mila euro, derivanti dalla restituzione di gran parte dello stipendio fatta da inizio legislatura dai parlamentari 5 stelle.
I fondi per il reddito di dignità verrebbero reperiti con l’abrogazione di articoli già presenti in Finanziaria per per i cantieri scuola, per il reddito minimo di inserimento, dal rastrellamento di parecchie delle indennità accessorie previste per la Giunta regionale (spese per comunicazione, viaggi e consulenze) e per parecchi dirigenti di vario livello. Sette milioni arriverebbero anche dal taglio proposto ( in netto contrasto con le direttive del governo, che ha previsto un incremento degli organici) delle sedi di rappresentanza delle sedi di Roma e Bruxelles. Quest’ultimo taglio – sostengono gli attivisti – da solo, potrebbe garantire un reddito mensile a oltre 1300 persone.
I beneficiari dell’assegno di dignità sarebbero disoccupati, inoccupati, precari che percepiscono un reddito che non determina la perdita dello status di disoccupati e lavoratori in aspettativa non retribuita per gravi e documentate ragioni familiari. Per accedere al fondo sono previsti la residenza in Sicilia da almeno 12 mesi, l’iscrizione alle liste di collocamento, un reddito imponibile pari od inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale determinato dall’Inps e non avere maturato i requisti per la pensione. La partita si sposta ora in Commissione Bilancio, prima, e in Aula poi, anche se i deputati del Movimento si dicono fiduciosi per un positivo esito della battaglia.
(pref)

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