Processo agli “scappati”, due condanne e due assoluzioni
Rientrati dagli Stati Uniti in Sicilia con l’obiettivo di riorganizzare la cupola di Cosa Nostra palermitana, erano stati arrestati nel 2011 nel corso di un’operazione dei carabinieri dei Ros , insieme ad altre 32 persone. Accusati di associazione mafiosa il processo per quattro degli indagati che hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, si è concluso con due condanne e due assoluzioni. Loro sono i cosiddetti “scappati” della guerra di mafia degli anni ’80 costretti all’esilio dai corleonesi di Totò Riina. Giovanni Bosco ritenuto capo mandamento del quartiere palermitano Passo di Rigano ha avuto 9 anni, Alfonso Gambino di Boccadifalco 4 anni e mezzo. Invece sono stati scagionati Ignazio Mannino di Torretta e Matteo Inzerillo di Passo di Rigano. In particolare Bosco, parente di Salvatore Inzerillo, boss ucciso nell’81, avrebbe guidato le redini del clan. Mentre Inzerillo sarebbe stato incaricato di mantenere i rapporti con altri esponenti del mandamento che incontrava utilizzando anche mezzi dell’Amat, l’azienda municipalizzata dei trasporti di cui era dipendente. Un’ accusa che, pero’, nel suo caso non ha retto. Così come per Mannino. I quattro, secondo la ricostruzione degli investigatori, erano presenti al summit mafioso di Villa Pensabene allo Zen del febbraio 2011 in cui furono decise le strategie della nuova mafia. La sentenza è del giudice per l’udienza preliminare Vittorio Anania. Il rito alternativo ha consentito agli imputati condannati di ottenere lo sconto di un terzo della pena.
Fonte: livesicilia.it