Palermo, migliaia di tonnellate di rifiuti per strada
Ci sarebbero 3,000 tonnellate di rifiuti nella città di Palermo. Anche questa notte, lo scenario è stato identico a quello dei giorni precedenti. Numerosi roghi sono stati appiccati a cumuli di immondizia sparsi per il capoluogo. Per uscire dall’emergenza il prefetto Umberto Postiglione ha escluso la possibilità di far intervenire l’esercito perché non ha i mezzi per il trasporto dei rifiuti. Ieri mattina sono stati conferiti a Bellolampo, 450 tonnellate di spazzatura.
Intanto la gestione potrebbe passare nelle mani del comune. Almeno, sembra questo l’orientamento verso il quale si stanno muovendo i decreti e le decisioni assunte negli ultimi giorni dagli organismi politici di tutti i livelli. Il consiglio dei ministri, dopo il fallimento dell’Amia nei giorni scorsi, ha dichiarato lo stato di emergenza in città, avviando le procedure per la realizzazione della sesta vasca della discarica di Bellolampo. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha però avvertito che l’obiettivo finale deve essere quello di puntare sulla raccolta differenziata.
Il governatore Rosario Crocetta ha annunciato la nomina a breve del commissario per la discarico di Bellolampo. Nella stessa direzione va la circolare emanata dall’assessorato regionale all’energia che prevede che “i Comuni, in forma singola o associata e nelle more dell’adozione dei piani d’Ambito, possono procedere all’erogazione dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti e, previa approvazione dell’assessorato, procedere con i nuovi affidamenti”. La circolare mette in pratica la legge regionale n. 9 del 2010, integrata e modificata dalla n. 3 del 2013, che ha creato le Srr, le Società per la Regolamentazione del servizio di Raccolta dei rifiuti. Nell’ambito delle Srr possono sorgere le Aro, in corrispondenza dei territori di uno o più Comuni: gli enti locali, infatti, potranno agire in forma associata o in forma singola: è il caso di Palermo, trattandosi di area metropolitana.”
Le intenzioni sembrano dunque quelle di chiudere definitivamente le negative esperienze dell’Ato. Non si sa ancora però con che modalità e che tempi, i comuni potranno ritornare a gestire la raccolta e se ci sarà un miglioramento generale del servizio.