Nuovo Mandamento. Montelepre, il sindaco Tinervia respinge ogni accusa
“Non sono io il Giacomino citato dal mafioso nell’intercettazione, quei 7.000 mila euro di cui si parla sono un debito dell’imprenditore nei confronti del Comune, controllate” sarebbero queste -secondo il quotidiano La Repubblica- alcune delle dichiarazioni del sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia rilasciate durante l’interrogatorio al gip Luigi Petrucci e al pm Francesco Del Bene. Tinervia, arrestato all’alba di lunedì nell’ambito dell’operazione “Nuovo Mandamento”, avrebbe dunque respinto ogni accusa e negato di aver fatto da mediatore tra il titolare della ditta di Misilmeri e il presunto capomafia Giuseppe Lombardo, per un’estorsione. Il sindaco avrebbe anche ammesso davanti ai giudici di sapere delle pressioni sull’imprenditore, “alla presenza dell’assessore ai lavori pubblici -avrebbe dichiarato Tinervia- gli dissi di denunciare”. Il primo cittadino di Montelepre, difeso dall’avvocato Luigi Mattei, ribadisce la sua innocenza e sarebbe stato l’unico a rispondere a Petrucci e Del Bene. I giudici infatti avrebbero sentito altre 11 persone, fra cui il boss Antonino Sciortino. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La versione fornita da Tinervia è totalmente diversa da quella emersa nell’intercettazione a Giuseppe Lombardo, che in realtà non parla direttamente col primo cittadino ma riferisce ai suoi di una presunta conversazione con Tinervia riguardante l’estorsione all’imprenditore che ha realizzato i lavori di ristrutturazione del palazzetto dello sport “Don Pino Puglisi”. Anche quest’ultimo dovrebbe essere o forse è già stato sentito dai magistrati e le sue dichiarazioni potrebbero scagionare o inguaiare il sindaco. Intanto al Comune dovrebbe arrivare dalla prefettura di Palermo un provvedimento di sospensione dall’incarico del primo cittadino.