Minacce a pm del Bene, intensificate le misure di sicurezza

All’indomani delle pesanti minacce nei confronti del pm di Palermo Francesco Del Bene, sono state intensificate le misure di sicurezza nei confronti del magistrato. A febbraio, un capomafia della Noce, intercettato, si è sfogato con un familiare: “Quel Del Bene è troppo zelante, deve buttare il sangue, deve morire”. Un mese dopo, anche un boss dello Zen ha affidato un altro messaggio inquietante a un parente: “Quel pm è sempre presente in aula, sta rompendo…”. Così, attraverso familiari e parenti, gli sfoghi degli ultimi padrini finiti in cella sono arrivati fuori. Ecco perché al palazzo di giustizia c’è preoccupazione. Le due intercettazioni sono state oggetto di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduta dal prefetto. Del Bene, 44 anni, napoletano, è uno degli “anziani” della Dda di Palermo. Nel 2007, con i colleghi Nico Gozzo e Gaetano Paci, coordinò l’indagine che portò alla cattura dei superlatitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
Due anni dopo, c’era ancora Del Bene dietro l’arresto di un altro pezzo da novanta di Cosa nostra, Mimmo Raccuglia. In questi ultimi anni, Francesco Del Bene ha firmato centinaia di richieste di arresto nei confronti di capimafia. L’ultima sua indagine, con i carabinieri e i colleghi Sergio Demontis e Daniele Paci, ha portato ai 37 arresti di lunedì scorso fra San Giuseppe Jato e Partinico. Infine, da mesi, il magistrato segue anche le indagini sulla trattativa mafia-Stato, accanto a Nino Di Matteo, Lia Sava e Roberto Tartaglia. Solidarietà al magistrato arriva dai colleghi di Palermo che hanno sottoscritto un documento, da Addio pizzo, libero futuro e da Liberjato, l’associazione di Partinico contro il racket.

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