Mafia.Il questore di Trapani vieta i funerali pubblici per i boss Agate e Marotta
Il questore di Trapani, Carmine Esposito, ha vietato i funerali pubblici per il boss Mariano Agate, morto ieri pomeriggio a 74 anni nella sua casa di Mazara del Vallo. Il provvedimento è stato adottato a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica. Agate, membro della cupola di Cosa nostra, braccio destro di Totò Riina, era stato condannato all’ergastolo per la strage di Capaci e per gli attentati di Roma, Firenze e Milano del 93, per il fallito attentato a Maurizio Costanzo nel ’94, nonchè per l’omicidio del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, ucciso a Valderice nell’83.
Il boss Agate si trovava nella sua abitazione da una decina di giorni, dopo che il Tribunale di sorveglianza di Viterbo gli aveva concesso i domiciliari per i gravi motivi di salute. Punto di riferimento delle cosche in provincia di Trapani, Agate aveva gestito a lungo traffici di droga in collaborazione con i narcotrafficanti colombiani, palermitani e con la ‘ndrangheta calabrese. Il suo nome è stato citato nelle principali indagini su Cosa nostra. Risultò iscritto alla loggia massonica Iside 2 di Trapani, il suo nome venne trovato assieme a quello di funzionari pubblici e politici locali. Il tritolo usato per il fallito attentato a Costanzo sarebbe stato prelevato da una sua azienda, la Calcestruzzi Mazara. La ditta era anche finita nell’indagine antimafia “Eolo” perché avrebbe ospitato summit convocati per trovare un accordo sulla costruzione del parco eolico di contrada Aquilotta a Mazara del Vallo. Prima di Agate, i funerali pubblici furono vietati nel novembre del 1998 anche al capomafia Francesco Messina Denaro, padre del latitante Matteo, pure lui morto per cause naturali. Da ieri, la zona dove abitava Mariano Agate è tenuta sotto stretta sorveglianza dalla polizia.
E i funerali pubblici sono stati vietati dal questore di Trapani, Carmine Esposito anche per il boss di Castelvetrano Nino Marotta, morto all’età di 86 anni per cause naturali. Era uno degli uomini d’onore più anziani della provincia. Marotta, si trovava ai domiciliari perche’ imputato nel processo “Golem 2” in corso davanti al Tribunale di Marsala. Il capomafia fu componente della banda di Salvatore Giuliano e in ultimo era ritenuto vicino al latitante Matteo Messina Denaro.
fonte: agenzie di stampa