Giardinello. “Nuovo mandamento”, Geloso e Bommarito respingono ogni coinvolgimento

Respinge con forza presunti legami con cosa nostra, il sindaco di Giardinello Giovanni Geloso. Il suo nome ieri è comparso nell’inchiesta sfociata nell’arresto di 37 persone. Per i magistrati che indagano sul nuovo mandamento mafioso tra Partinico, San Cipirello e Camporeale, le elezioni comunali di Giardinello dello scorso anno, furono condizionate dalla mafia. Giuseppe Abbate, presunto reggente del paese, avrebbe garantito l’appoggio a tutti i candidati che si rivolgevano a lui, ma poi avrebbe puntato su Geloso, esultando per la sua elezione. Secondo l’accusa, Abbate avrebbe ottenuto la nomina di alcuni assessori. Un’ipotesi totalmente smentita dal sindaco Geloso che si dice “orgoglioso della sua giunta e della sua maggioranza.
La mia vittoria a sindaco del paese, con 400 voti di scarto, conferma il fatto che a votarmi sono stati liberamente i miei concittadini. Giardinello è un piccolo paese, dove ci conosciamo tutti, ed io come penso ogni candidato, ho girato casa per casa per chiedere il consenso elettorale.
Apprendo dalla stampa, proprio come un telespettatore, di essere indagato. Ma in realtà, non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. In ogni caso sono a disposizione degli organi competenti qualora volessero ascoltarmi. Sto valutando la possibilità di rivolgermi ad un legale per difendere l’onorabilità del paese che rappresento, che è stato inserito in un vertice negativo.”
Nell’inchiesta è comparso anche il nome di un altro candidato a sindaco alle elezioni del 2012, Marcello Bommarito, anche lui si sarebbe rivolto al capomafia del paese. Ma in una nota, Bommarito “dichiara di essere totalmente estraneo alle vicende nelle quali viene citato il proprio nome”.

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