Ricotta prodotta con latte in polvere proveniente dalla Spagna, sanzionati due caseifici di Terrasini
14 tonnellate di ricotta distribuita in provincia di Palermo nel periodo natalizio era prodotta con siero di latte in polvere proveniente dalla Spagna. E’ quanto ha scoperto il Dipartimento di Prevenzione Veterinario dell’Asp di Palermo che ha condotto una serie di controlli nei caseifici della zona. L’operazione è partita da una veridica effettuata in un distributore regionale di prodotti per la caseificazione, dove è stato rinvenuto un notevole quantitativo di latte in polvere. I controlli si sono poi estesi a tutta la provincia e i provvedimenti sono scattati per 4 caseifici, tutti sanzionati. Due di Terrasini, uno di Belmonte Mezzagno e un altro di Vicari. Per tutti è stata imposta la chiusura per sette giorni e la denuncia all’Autorità Giudiziaria. Un quinto caseificio che aveva utilizzato piccole quantità di siero di latte in polvere senza però produrre ricotta, è stato sanzionato ma non è stato oggetto di chiusura. E’ stato accertato che da Dicembre a Marzo sono stati commercializzati ed utilizzati circa 10.000 kg di “siero di latte in polvere” che, con l’aggiunta di acqua, sono diventati circa 160.000 litri di latte.
Dal processo di trasformazione sono stati poi prodotti 14.000 kg di ricotta fresca che hanno trovato distribuzione principalmente nel periodo prenatalizio. La stessa ricotta che con molta probabilità è finita nei dolci di natale.
Tutti i prodotti sono stati sequestrati. L’operazione, denominata “San Giuseppe” ha fermato la ricotta che sarebbe poi finita anche nelle tradizionali sfince.
“L’utilizzo di tali prodotti mortifica e deprime ancora di più la zootecnia locale, con gravi ripercussioni sull’economia del nostro territorio” dichiara Paolo Giambruno, direttore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo, annunciando nuovi controlli in provincia. “L’obiettivo – dice ancora – è contrastare quella che sembra, sempre di più, una pratica diffusa nel territorio di fabbricare prodotti alimentari non genuini, che invece nell’immaginario collettivo sono considerati genuini e legati alla produzione lattifera della zona”.