Partinico, lettera intimidatoria ad imprenditore che ha denunciato i suoi estorsori

Una lettera di minacce inviata da Palermo, per posta ordinaria, è stata recapitata a Giovanni Amato, imprenditore edile di Partinico che insieme al padre, ha denunciato gli esattori del pizzo della famigerata famiglia Vitale, contro cui si è pure costituito parte civile per essere stato, tra l’altro, vittima di attentati incendiari. “Amato state attenti, vi facciamo saltare in aria” è il testo della missiva ricevuta al proprio indirizzo da Giovanni Amato. La stessa è stata scritta al computer con il carattere Arial Black, imbustata e spedita all’imprenditore che ha subito denunciato l’accaduto ai carabinieri della compagnia di Partinico. Amato avrebbe riferito ai militari che si tratta del primo avvertimento subito, dopo la propria costituzione di parte civile nel processo di mafia ed estorsione in corso contro Alfonso Bommarito, arrestato nell’operazione The End del dicembre 2011 e ritenuto estorsore dei fardazza e in quello analogo celebrato con il rito abbreviato, già concluso, che ha visto condannare Giovanni Vitale (figlio del boss ergastolano Vito) a 6 anni di prigione e i fratelli Pietro e Giovanni Serra a 4 anni. Il nome di Giovanni Amato, però, lo scorso mese di agosto, è stato fatto in un’altra lettera di minacce recapitata al presidente dell’associazione antiracket di Partinico e Borgetto Liberjato Francesco Billeci. In quel caso, gli ignoti autori, hanno scritto a Billeci di sapere dove lo stesso prendesse ogni mattina il caffè assieme a Giovanni Amato. La situazione è inquietante, ma l’imprenditore non intende farsi intimidire, avviando da subito, per la missiva ricevuta, una querela contro ignoti, in cui si è riservato di costituirsi parte civile nel caso in cui si arrivasse all’identificazione degli autori. Giovanni Amato è figlio di Giuseppe Amato, colui che dopo aver scontato due condanne per mafia, è passato da uomo di Cosa Nostra, all’altra parte della barricata, avviando un processo di riscatto morale e sociale assieme ai figli che vengono assistiti dall’associazione antiracket Liberjato, costola di Libero Futuro.

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