Montelepre. L’Airc “insegna” a conoscere e prevenire i tumori

Potrebbe esserci l’ombra del racket dietro l’incendio doloso innescato stanotte ai danni di una rivendita di mezzi pesanti a Partinico. Cinque gli autocarri che sono stati dati alle fiamme; nel dettaglio 4 camion ed un furgone. Erano parcheggiati all’interno di un’area, sulla statale 113, che fa parte del deposito di proprietà di Salvatore Brugnano, 39 anni, imprenditore dedito all’importazione di automezzi usati, direttamente dall’estero, che poi rivendei nella piazza siciliana. L’allarme ai vigili del fuoco del distaccamento di Partinico è scattato poco prima della mezzanotte. Tempestivo l’intervento dei pompieri che hanno faticato diverse ore prima di riuscire a domare il rogo. Ieri sera, infatti, soffiava un forte vento di scirocco che alimentava le alte lingue di fuoco. Ciò ha reso ancora più difficili le operazioni di spegnimento. Con l’utilizzo degli idranti collegati alle autocisterne, i pompieri, coadiuvati dai colleghi del comando provinciale di Palermo, sono riusciti a non far propagare le fiamme sugli altri automezzi presenti nell’autoparco aziendale. I danni sono ingenti, oltre 30 mila euro solo il capitale andato in fumo. Ad effettuare i rilievi di rito i carabinieri della compagnia locale che avrebbero accertato la matrice dolosa e che adesso indagano sull’accaduto. L’episodio potrebbe celare, infatti, un’intimidazione da parte degli uomini del racket, che avrebbero in questo modo “ribadito” al titolare dell’attività la loro presenza sul territorio. Ma Salvatore Brugnano, responsabile della rivendita, sentito dagli investigatori, ha dichiarato di non avere mai ricevuto richieste estorsive, minacce, segnali o avvertimenti di nessun genere. Le indagini dei militari ruotano a 360 gradi.

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