Mafia, decapitati i nuovi vertici della mafia nel quartiere palermitano della “Noce”

E’ tempo di spending rewiew anche all’interno di Cosa Nostra che non riesce a fare fronte alle richieste delle famiglie dei picciotti finiti in carcere. Così nelle intercettazioni raccolte dalle microspie della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo, che con la Procura antimafia ha condotto un’indagine sul clan della Noce, uno dei quartieri del centro città, emerge tutta la rabbia e la disperazione delle mogli dei boss finiti in carcere nel blitz che a ottobre scorso aveva decapitato, con 41 arresti, il clan del posto. Questa mattina, sei persone sono finite in manette: fra loro c’è l’ultimo capomafia nominato sul campo, è Renzo Lo Nigro, 41 anni. Nel corso dell’inchiesta emerge che Lo Nigro era pressato dalle richieste di soldi da parte delle moglie dei boss rimaste senza sostentamento. La cassa di Cosa Nostra, nonostante l’azione di questi mesi, tra rapine e richieste di pizzo a tappeto, non è più florida come un tempo. Anche perché gli arresti di ottobre e le indagini coordinate dai sostituti procuratori Francesco Del Bene, Lia Sava e Gianluca De Leo avevano dato fiducia ai commercianti. Alcuni di loro avevano rifiutato le richieste di pizzo. Ecco perché poi Lo Nigro si è trovato a dover fare tagli sulla gestione dei fondi in cassa. Ed è scoppiata la protesta di alcune donne di mafia. Nel corso delle intercettazioni più volte sono state registrate le lamentele delle mogli rimaste senza soldi per alcuni mesi. Con Lo Nigro sono stati arrestati Girolamo Albanese e Mario Di Cristina, suoi stretti collaboratori. Tre sono accusati di traffico di droga: Vincenzo Cosenza, Alessandro Longo e Giorgio Stassi. Un quarto è ricercato. Con i venti di crisi, la mafia ha cambiato strategia. Ha deciso di occuparsi direttamente del traffico di droga. Il nuovo business è la cocaina, ormai richiesta da tantissimi. I boss della Noce la vendevano a 55-60 euro a grammo.

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