Il presidente del Senato Pietro Grasso: “la mafia voleva eliminarmi”
E’ nato a Licata, ma ha si è trasferito da giovane a Palermo. Pietro Grasso, nuovo presidente del Senato doveva essere eliminato.
“Totò Riina voleva la mia vita. Dopo Falcone e Borsellino per ridare vigore alla trattativa Stato-mafia, Cosa nostra aveva deciso di eliminarmi”. Con queste parole, l’ ex procuratore nazionale antimafia , ha rivelato che un pentito gli ha detto che nel gennaio ’93 la mafia lo voleva uccidere. Lo ha detto nel corso di un convegno a Roma, organizzato da tempo.
L’attentato doveva essere organizzato a Monreale, nei confronti di un magistrato, su disposizione del superboss Totò Riina che aveva mostrato insoddisfazione per lo stato della trattativa Stato-mafia: “Riina ad un certo punto si lamentò perché” la trattativa non andava avanti e c’era bisogno di uccidere un altro magistrato simbolo. Il retroterra a cui si riferisce Grasso è quello successivo alle stragi di Capaci e di via D’Amelio e ai preparativi dell’attentato a Monreale dove l’allora giovane magistrato si recava abitualmente con la moglie a visitare la suocera in precarie condizioni di salute. Grasso ha raccontato i motivi per cui l’attentato poi non ebbe luogo, prima a causa di un telecomando non adatto (nelle vicinanze dell’abitazione c’era una banca con un sistema di allarme che poteva interferire) e poi l’avvenuta cattura dello stesso Riina. “Io fui chiamato da uomini della Dia per un colloquio investigativo per vedere se riuscivo, come palermitano a individuare il nome del magistrato; quando entrai nel luogo segreto mi presentarono al collaboratore di giustizia come dottor Grasso, e questi si dà una manata sulla fronte e dice lui è, lui è” e non riusciva più a raccontare perché davanti aveva la vittima designata. Io lo spingevo per farlo parlare, una scena kafkiana… poi cominciò a raccontare la storia, ossia che si era preparato un attentato in una stradina di Monreale: “lì ci stava effettivamente la famiglia di mia moglie e c’era mia suocera malata che io andavo a trovare molto spesso”.
Da sabato, come detto, Pietro Grasso rappresenta la seconda carica dello Stato, ovvero il nuovo presidente del Senato, proposto dal Partito Democratico e votato anche con l’appoggio di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Ha battuto un altro palermitano, Renato Schifani, del Pdl, presidente uscente di Palazzo Madama,
La Sicilia è ben rappresentata in questa nuova e incerta legislatura. Il presidente della Camera è infatti Laura Boldrini, esponente di Sinistra e Libertà, nata a Macerata, è trapanese d’adozione.