Balestrate. Usura, oltre 40 le vittime di Abbate e Delia

Avevano clienti ovunque gli usurai arrestati mercoledì a Balestrate. Francesco Abbate e Gaspare Delia praticavano prestiti con interessi fino al 300% a gente che non ce la faceva ad arrivare alla fine del mese. Da Palermo a San Vito Lo Capo, passando per i piccoli centri della zona di Partinico, le vittime accertate sono circa una quarantina ma sono destinate ad aumentare.
Francesco Abbate, era chiamato “il monaco”, perchè oltre a navigare in un mare di soldi, le sue abitazioni erano piene di altari, statue e oggetti sacri che testimoniavano la sua fede religiosa.
Era riuscito ad accumulare un patrimonio di 20 milioni di euro. 60 in tutto gli immobili sequestrati tra Palermo, Balestrate, Partinico e perfino Milano. Oltre tanti gioielli che le vittime davano in garanzia. Se non riuscivano a restituire i soldi, Abbate e Delia, si trattenevano gli oggetti preziosi.
C’era chi gli dava perfino un appartamento in garanzia. Singolare la vicenda di un tabaccaio di Palermo che ogni giovedi si faveva consegnare cinquemila euro in contanti – per pagare la fornitura dei Monopoli di Stato – dando in pegno alcuni scatoloni di sigarette e interi pacchi di gratta e vinci. Poi, quattro giorni dopo, il “monaco” passava a riscuotere l’intero prestito, al quale bisognava aggiungere 500 euro di interessi, e se la vittima non poteva saldare, automaticamente acquisiva la partita di sigaretta e gratta e vinci.
Ma i finanziari sono convinti che i gioielli e i soldi rinvenuti fino ad adesso sono solamente una parte del tesoro accumulato. Al momento dell’arresto, avvenut mercoledì in contrada Foce a Balestrate dove risultano residenti, Abbate e il genero Delia, avevano a disposizione 80,000 euro in contanti. Per il fisco però “il monaco” era povero.

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