Balestrate, arrestate due persone accusate di usura. Sequestrati beni per 20 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato due persone di Balestrate accusate di usura e sequestrato un patrimonio da venti milioni di euro. In manette sono finiti Francesco Abbate di 59 anni e Gaspare Delia di 29 anni  ritenuti responsabili di avere gestito per anni un vastissimo giro di usura che ha coinvolto decine di imprenditori e commercianti della provincia di Palermo e di Trapani. L’ordinanza e’ stata emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini condotte dai militari della guardia di Finanza, iniziate circa un anno fa, a seguito delle denunce presentate da due imprenditori, ormai stremati dalle continue richieste di denaro da parte di uno degli indagati. I prestiti erano concessi, a tassi di interesse esorbitanti, tra il 120% ed il 300% annuo. Tra le vittime imprenditori, piccoli artigiani e commercianti, ma anche casalinghe e pensionati. I finanzieri hanno inoltre scoperto un patrimonio, accumulato negli anni con i proventi dell’usura, che e’ stato sequestrato agli indagati: conti correnti, libretti di risparmio, quote di fondi comuni di investimento, titoli di Stato, quote societarie e 60 immobili tra appartamenti, ville, garage, locali commerciali, dislocati tra Palermo e Balestrate in contrada Forgia e un appartamento a Milano.
Il tutto per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. “A nulla e’ servito l’espediente di uno degli indagati di disfarsi formalmente dell’immenso patrimonio personale, trasferendolo ai figli – spiega la Guardia di Finanza – Infatti, le indagini economico-patrimoniali condotte dalle Fiamme Gialle, hanno dimostrato come l’unica fonte di ricchezza che aveva permesso di realizzare tutti gli investimenti patrimoniali, fosse, di fatto, costituita esclusivamente dalla redditizia attivita’ usuraria. Ufficialmente, uno degli arrestati negli ultimi venti anni aveva dichiarato redditi ai limiti della sussistenza e persino perdite derivanti da un’attivita’ di commercio di ceramiche, risultata poi essere inattiva da diversi anni; in realta’ i prestiti concessi a tassi usurari hanno garantito a lui ed al suo socio rendite tali da non dover svolgere nessun altro lavoro”.Gli investigatori hanno quindi seguito gli arrestati per mesi, monitorando i loro spostamenti ed i loro quotidiani contatti con le numerose vittime, nonche’ esaminato la notevole mole di documentazione che ha permesso di ricostruire il vorticoso giro di affari.

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