Abolizione province, riscritto il testo della legge per evitare incostituzionalità. Pdl annuncia battaglia

Il testo della legge che abolisce le province è stato riscritto tenendo conto delle indicazioni del commissario dello Stato Carmelo Aronica. Cambia la forma ma non la sostanza e il governo Crocetta ha voluto apportare le modifiche per evitare ostacoli di incostituzionalità. Nel maxi emendamento che riscrive di fatto la legge 278 sull’abolizione delle province, è indicato il 31 dicembre come termine ultimo per l’approvazione della riforma che istituisce i consorzi tra i comuni. Il testo da approvare prevede anche il rinvio delle elezioni di maggio e la nomina dei commissari straordinari fino alla fine dell’anno. La maggioranza di Rosario Crocetta si dice pronta ad approvare il nuovo testo ma l’opposizione di centrodestra annuncia battaglia per fermare il provvedimento. Sarebbero pronti infatti oltre 200 emendamenti per fare ostruzionismo e rinviare il voto della riforma. Si punta a far slittare l’approvazione fino oltre la data di martedì 19 marzo indicato come il punto di non ritorno ovvero il giorno oltre il quale anche l’eventuale approvazione della legge non permetterebbe più di pubblicarla in tempo per evitare il voto per il rinnovo delle province a fine maggio. “Vogliamo ridurre i costi della politica, proprio per questo il disegno di legge presentato da Crocetta sull’abolizione delle Province non lo votiamo. Porterà solo caos istituzionale” dice il coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione che invece parla di un possibile aumento dei costi con l’istituzione dei consorzi dei comuni. Poi c’è la questione dei dipendenti provinciali. “Qualora venissero assorbiti dalla Regione costerebbero molto di più – sottolinea il capogruppo del Pdl all’Ars Francesco Scoma -, mentre se venissero assunti nei Comuni creerebbero un grosso problema per il patto di stabilità”

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