Strage di Alcamo Marina. Chiesta revisione del processo per il partinicese Mandalà, morto in carcere

La Corte d’appello di Catania ha ammesso la revisione del processo, dopo la sentenza di condanna all’ergastolo – pronunciata dalla Corte d’assise di Trapani nel 1981, a Giovanni Mandalà, il bottaio di Partinico che era stato ritenuto colpevole della strage nella casermetta di Alcamo Marina del 26 gennaio 1976, in cui furono uccisi i due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. A chiedere la revisione (Mandalà è morto in carcere), i familiari, assistiti dagli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini. I giudici etnei oltre ad accogliere tutte le richieste istruttorie della difesa, hanno ammesso anche la perizia sulla giacca rinvenuta nell’abitazione di Mandalà e sulla quale furono trovate tracce ematiche dello stesso gruppo sanguigno appartenente ad una della vittime, il carabiniere Apuzzo. Ma secondo la difesa questa rappresenta una “frode processuale” da parte dei militari. Gli altri imputati per la Strage della Casermetta, Giuseppe Gulotta, Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo sono stati assolti attraverso la procedura della revisione del processo. E secondo gli avvocati Lauria e Cellini, “anche nei confronti di Giovanni Mandalà siamo di fronte ad una grave contraffazione della verità”

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