Palermo. Racket sulle case popolari dello Zen, 14 arresti
Avrebbero gestito l’assegnazione abusiva di case popolari nel quartiere Zen, oltre al controllo sistematico del territorio con estorsioni e altre attività criminali. È questa l’accusa contestata ai componenti di un clan che è stato smantellato a Palermo in seguito a una vasta operazione antimafia. Gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito, in collaborazione con la Dia, 14 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata estorsione, violenza privata aggravata ed estorsione aggravata. Le indagini hanno accertato che i componenti del clan, utilizzando la forza di intimidazione tipica di Cosa Nostra, imponevano agli abitanti dei padiglioni e alle attività commerciali della zona il pagamento di una somma di denaro, gestivano direttamente l’assegnazione delle case popolari attraverso un mercato parallelo e illegale e interferivano su ogni iniziativa economico-imprenditoriale. L’organizzazione si occupava anche di far presidiare fisicamente da persone di fiducia gli alloggi popolari lasciati liberi dai legittimi assegnatari che avrebbero così perso il diritto alla casa. L’immobile veniva successivamente “riassegnato” dietro un compenso non inferiore ai 15 mila euro. Insomma un quartiere tenuto sotto scacco da Cosa Nostra. Nel 2011 i poliziotti perquisirono il garage di Giuseppe Covello, uno degli arrestati. Vi trovarono un quaderno. Era il libro mastro dei condomini dello Zen. C’erano i nomi di chi abitava nei padiglioni con accanto alcune cifre. Oltre 200 famiglie schedate, costrette a pagare per avere l’acqua e la luce. La mafia aveva allacciato le case abusivamente alle reti. E chiedeva dieci o venti euro al mese per ogni famiglia. Chi non pagava restava a secco e al buio.
Fonte: lasiciliaweb.it e livesicilia.it