Villagrazia di Carini, chiesto ergastolo per Natale Romano Monachelli
La procura generale ha chiesto, in riforma della sentenza di primo grado, la condanna all’ergastolo per Natale Romano Monachelli, accusato davanti alla corte d’assise d’appello di aver ucciso – il 21 novembre 1994 a Villagrazia di Carini – il fratello Filippo e la cognata Elena Lucchese. La corte d’assise lo aveva assolto. All’epoca le indagini non avevano prodotto risultati. Fu il pentito Angelo Fontana, ex boss del mandamento di Resuttana, nel 2009, a ricordare quella strana storia. I pm Francesco Del Bene, Gaetano Paci e Annamaria Picozzi lo avevano chiamato a testimoniare per sapere i retroscena dell’omicidio del boss Giovanni Bonanno, altro capomafia di Resuttana. Poi erano affiorati altri particolari e cioé che Bonanno avrebbe partecipato all’omicidio del fratello “di un tale Natale”.
Fontana raccontò che “Natale” avrebbe ucciso il fratello tossicodipendente perché portava discredito alla famiglia. La moglie, invece, morì perché era una testimone scomoda. Tutte dichiarazioni che erano state rigettate dalla corte che ha assolto Monachelli per non aver commesso il fatto. Monachelli si era intanto rifatto una vita a Stoccolma. Il suo ristorante “Piazza Italia”, era uno dei più frequentati dagli amanti del cibo italiano. A Stoccolma aveva portato con sé anche il figlio del fratello; poi si era risposato con una svedese da cui ha avuto un figlio.
Proprio la donna, che in un primo momento lo aveva accusato del delitto dicendo di esserne a conoscenza, ha successivamente ritrattato. Il pg ha però ribadito questa mattina le incongruità del verdetto di primo grado e ha insistito sulle responsabilità dell’imputato. Il processo è stato rinviato al 25 gennaio per la sentenza.