Lettera aperta dei dipendenti APS che rischiano il licenziamento

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio Signor Presidente della Provincia Regionale di Palermo n.q. di Commissario dell’Ambito Territoriale Ottimale 1 Palermo ed Egregio Signor Presidente della Regione Siciliana

gli oltre 200 dipendenti di Acque Potabili Siciliane SpA (APS), società che gestisce il Servizio Idrico Integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) in 52 Comuni della provincia di Palermo per c.a. 500.000 abitanti, alla luce degli ultimi incontri svoltisi presso la sede della Provincia sulla problematica della prosecuzione del servizio, avvertono la necessità di esternare la loro preoccupazione per lo stato di incertezza che si protrae da ormai oltre due anni sul proprio futuro lavorativo.

Nonostante infatti lo stato di liquidazione e l’avvio della procedura di Amministrazione Straordinaria, i lavoratori di APS, con professionalità e con senso di responsabilità, hanno sempre garantito il servizio in attesa che i soggetti istituzionalmente competenti trovassero la soluzione atta a garantire la prosecuzione del servizio pubblico essenziale e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Come è noto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha attualmente concesso ad APS una proroga all’esercizio dell’attività fino al 31.03.2013, sul presupposto che l’Autorità d’Ambito, soggetto istituzionalmente a ciò deputato, individui entro quella data un nuovo gestore cui trasferire il servizio e con esso il personale, come stabilito dall’art. 173 del D. Lgs. 152/2006 (“Codice dell’ambiente”).

Come da ultimo riferitoci durante l’incontro tenutosi presso la sede della Provincia l’08 gennaio u.s., sembra siano in fase di studio i dettagli tecnico-giuridici dell’affidamento del servizio ad un nuovo gestore.

Certi dell’impegno sin qui profuso, esprimiamo comunque grande angoscia per il prefigurarsi dell’imminente avvio delle procedure di mobilità e del successivo licenziamento che avrebbe conseguenze gravi su oltre 200 famiglie e ci aspettiamo che la proposta da formalizzare il 30 gennaio p.v. al Ministero possa essere risolutiva della problematica.

La presente al fine di ottenere un tempestivo intervento che riporti chiarezza in un settore così profondamente connesso ai bisogni fondamentali della collettività.

 

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