Caso Giuliano. Finisce sotto inchiesta il superteste Michele Ristuccia

Ha giurato di avere accompagnato ai funerali della madre il bandito Salvatore Giuliano. Ha anche raccontato che il re di Montelepre è morto d’infarto negli Stati Uniti, dove si sarebbe rifugiato dopo la messa in scena della sua morte. Ma sarebbe tutto falso, soprattutto perchè Giuliano dal luglio del 1950 si trova sepolto nel cimitero di Montelepre. Così è stato stabilito da una perizia cadaverica, effettuata da esperti di fama internazionale, dopo la riesumazione dei resti di Turiddu. Il superteste, Michele Ristuccia, ex agente dei servizi segreti, legato all’organizzazione “Anello”, è finito sotto inchiesta per calunnia e la Procura è pronta a chiudere le indagini nei suoi confronti. Era stata proprio la testimonianza di Ristuccia a indurre il pool investigativo guidato dall’allora procuratore aggiunto Antonio Ingroia a riaprire le indagini sul caso Giuliano, dopo l’esposto presentato dagli storici Giuseppe Casarrubbea e Mario Cereghino che dubitavano che in quella tomba sepolta a Montelepre ci fosse effettivamente il bandito. E secondo la tesi di Ristuccia, Giuliano avrebbe fatto uccidere al suo posto un sosia, attirato in un tranello. Tesi avvalorata da due infermieri che hanno dichiarato di essere a conoscenza della stessa storia che gli era stata confidata dall’avvocaticchio Gregorio Di Maria, che ha ospitato Salvatore Giuliano a Castelvetrano, luogo in cui sarebbe stato ucciso. L’esame del Dna sui resti di Giuliano comparato con quello del nipote Giuseppe Sciortino, figlio di Mariannina, sorella del fuorilegge – avrebbe dato un tasso di attendibilità superiore al 90%, e quindi le indagini sulla presunta morte del bandito di Montelepre sono state chiuse

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