Alcamo Marina. 37 anni fa, “la strage della Casermetta”
Santa Messa e cerimonia di commemorazione, ieri mattina ad Alcamo Marina, nel 37° anniversario della “strage della casermetta”. Due carabinieri, il diciannovenne Carmine Apuzzo e l’appuntato Salvatore Falcetta, furono uccisi nella notte.
Con la fiamma ossidrica, fu forzata la porta e i due militari di guardia furono crivellati di colpi mentre dormivano. Dopo varie ipotesi investigative furono condannati tre giovani alcamesi, Giuseppe Gulotta, Gaetano Santangelo, Vincenzo Ferrantelli, e un carrozziere di Partinico, Giuseppe Vesco, che confessò la strage; Vesco fu poi trovato misteriosamente impiccato in carcere pochi mesi dopo, sebbene avesse una sola mano. In seguito alle dichiarazioni rese dall’ex brigadiere Renato Olino ad un periodico trapanese, secondo le quali le confessioni di Giuseppe Vesco e degli altri arrestati sarebbero state estorte con la tortura, nel 2008 la Procura ha riaperto le indagini. Il brigadiere Olino ha dichiarato ai giudici del tribunale, che quei ragazzi con l’eccidio non c’entravano nulla e che le loro confessioni sono state estorte con violenze terribili. Il 26 gennaio 2012 il procuratore generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria ha chiesto il proscioglimento da ogni accusa di Giuseppe Gulotta.
Mentre Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo restano in Brasile, dove si sono rifugiati anni fa. Giuseppe Gulotta, assolto dopo 22 anni di ingiusta detenzione, nei giorni scorsi ha chiesto allo Stato un risarcimento di 69 milioni di euro.