Montelepre, lettera aperta alle forze dell’ordine sulla sicurezza stradale

Voglio essere un cattivo padre di famiglia, voglio abbracciare e ringraziare tutti gli “sbirri” cattivi che fanno il loro dovere, quelli che fermano i giovani e gli sequestrano i mezzi perché girano in moto senza casco, o guidano l’auto ad alta velocità senza preoccuparsi di allacciare la cintura di sicurezza. Un’azione repressiva che mira certamente a salvargli la vita. E’ una provocazione, l’ennesima, lanciata dalla Fondazione Massimo Palazzolo Amici della Vita che da anni si prodiga a diffondere la prevenzione in materia di sicurezza stradale. Un’incitazione contenuta in una lettera aperta, condivisa da 240 persone, che oggi verrà inviata ai sindaci del territorio, ai vigili urbani, alle stazioni dei carabinieri e ai commissariati di polizia dei comuni del comprensorio. L’iniziativa – sottolinea il Presidente Salvo Palazzolo – non vuole essere un atto di accusa nei confronti delle forze dell’ordine o dei genitori, ma solo da sprone. Purtroppo, come è risaputo, quando in un piccolo paese vi sono servizi di controllo da parte delle forze dell’ordine, tra centauri e automobilisti si sparge immediatamente la voce e nel giro di pochi minuti, tutti appaiono rispettosi delle norme vigenti in materia di sicurezza stradale. Ma succede alquanto spesso, che le forze dell’ordine, sebbene notino nel centro abitato ragazzini che scorazzano in moto senza indossare il casco o giovani che guidano spregiudicatamente, decidano di di fare i buoni, girandosi dall’altra parte. Ma se decidono di fare i cattivi, fermandoli, multandoli e sequestrandogli i mezzi, si ritrovano contro i “bravi” padri di famiglia che pensano si possa chiudere un occhio sulle infrazioni dei figli. Da qui la provocazione di Salvatore Palazzolo, che preferisce essere un “cattivo” padre di famiglia che apprezza gli “sbirri” cattivi che con la loro opera di repressione salvano vite.

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