DIA. I risultati ottenuti nel 2012 contro Cosa Nostra
Beni per oltre 50 milioni di euro sono stati sequestrati durante il 2012 dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo, mentre il valore di quelli confiscati supera nello stesso arco temporale i 600 milioni di euro. A tracciare il consuntivo e’ la stessa Dia, la cui attivita’ e’ stata indirizzata strategicamente all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, al monitoraggio degli appalti pubblici, al contrasto del riciclaggio di denaro di origine illecita, all’analisi delle varie segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. Nel 2012 sono state esaminate le posizioni di circa duecento imprese, impegnate nell’esecuzione di appalti pubblici e monitorate numerose operazioni finanziarie a rischio di riciclaggio, alcune delle quali sfociate in sequestri di disponibilita’ bancarie per un valore di circa due milioni di euro. Degni di rilievo sono i sequestri operati nei confronti di congiunti del boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro, “finalizzati a colpire i vari canali di finanziamento, tutt’ora attivi per il mantenimento della sua latitanza” spiegano dalla Dia. Fra le molteplici indagini concluse nel 2012 c’e’ la soluzione, ad oltre 30 anni di distanza dell’omicidio del maresciallo degli agenti di custodia, in servizio nel carcere di Palermo, Calogero Di Bona, inghiottito dalla lupara bianca nel 1979 e per decenni rimasto insoluto. Il corpo di Di Bona fu bruciato nel forno crematoio della mafia. Le investigazioni, complesse ed articolate, hanno permesso, agli uomini della Dia di Palermo, di ricostruire gli scenari di quella tragedia, fornendo all’autorita’ giudiziaria elementi probatori, tali da ritenere, senza ombra di dubbio, quali autori del delitto, i boss palermitani Salvatore Lo Piccolo, Salvatore Liga ed altri, oggi deceduti. I risultati conseguiti -si legge infine nel consuntivo della Dia- sono il frutto dell’utilizzo di moderne tecniche investigative e della sinergia tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo guidata dal Procuratore Francesco Messineo con le Autorità Giudiziarie di Agrigento e Trapani.