Catturato in Indonesia il latitante mafioso Antonino Vitale Messicati

Sul lettino, in spiaggia, in boxer, con una sigaretta e un libro di Dan Brown in mano. È così che i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno fotografato, a Bali, Antonino Vitale Messicati, reggente della famiglia mafiosa di Villabate, che si era rifugiato sull’isola indonesiana in una latitanza dorata. Ed è nel lussuoso residence in cui soggiornava che i militari siciliani, coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Palermo, con la collaborazione di personale del Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia, la scorsa notte hanno catturato il capomafia. La sua localizzazione è stata possibile grazie ad una complessa manovra operativa condotta attraverso sistematiche attività tecnico investigative che hanno consentito di individuare il covo del latitante. Messicati Vitale,era sfuggito all’operazione “Sisma”, che ad aprile scorso aveva decapitato il vertice del mandamento mafioso di Misilmeri Il capo mafia, che è ritenuto il latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, è accusato di associazione mafiosa ed estorsione aggravata in relazione al ruolo di vertice ricoperto nell’ambito della cosca. Le attività culminate nella cattura hanno fatto leva su un eccezionale sforzo investigativo realizzato mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e costanti servizi di pedinamento nei confronti di familiari e fiancheggiatori. Le iniziali ipotesi investigative, circa la permanenza in Indonesia del boss hanno trovato conferma in un viaggio a Bali effettuato da alcuni familiari. Seguendo loro si è arrivati al capomafia di Villabate. Figlio di Pietro spietato killer della famiglia mafiosa di Villabate ed ucciso ad Aspra nel 1988, Antonino Messicati Vitale è stato tratto in arresto una prima volta nel 1995 dal Nucleo Investigativo di Palermo; negli anni sono state cristallizzati i suoi interessi con personaggi mafiosi del calibro di Gaetano Buscemi, ucciso in un agguato mafioso nel1995, Giovanni D’Agati, storico “uomo d’onore” del mandamento di Bagheria, e gli ergastolani Nicola Mandalà e Ignazio Fontana, il primo noto per aver curato personalmente la latitanza di Bernardo Provenzano, l’altro “uomo d’onore” della famiglia di Villabate. Da una settimana Messicati Vitale era seguito come un’ombra. Viveva in lussuoso mini appartamento di un prestigioso residence sul mare. Belle macchine, bei locali, belle donne. D’altra parte i soldi per lui non sono mai stati un problema. Dalle indagini recenti è emersa la sua disponibilità di fiumi di denaro. E in contanti. La notte scorsa è arrivata la conferma che fosse in casa ed è scattato il blitz. Sono entrati in azioni i poliziotti indonesiani e quelli del Servizio per la cooperazione internazionale di Roma coordinati passo dopo passo dai carabinieri del comando provinciale di Palermo. A seguire le fasi i magistrati della Direzione distrettuale antimafia: il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Lia Sava, Marzia Sabella e Nino Di Matteo. Al momento del blitz Antonino Messicati Vitale, stava dormendo. Colto di sorpresa non ha opposto alcuna resistenza. Non avrebbe avuto via di fuga circondato com’era.

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