Ato Rifiuti. Debiti per 1,4 miliardi di euro, da gennaio situazione incerta
Rischia di piombare nel caos la già precaria gestione dei rifiuti in Sicilia. Il 31 dicembre doveva essere il termine ultimo per chiudere definitivamente gli Ato e passare alle nuove società, ma potrebbe arrivare invece una nuova proroga. La riforma varata nel 2010 prevede che i vecchi carrozzoni vengano chiusi e sostituiti dalle nuove società SRR. Che però dovevano nascere in questi giorni.
Dal primo gennaio dunque, non è chiaro cosa succederà. La gestione potrebbe tornare per alcuni mesi ai comuni, non si sa con quali modalità, nell’attesa che venga applicata la riforma che prevede la costituzione di una società per provincia.
“La fine degli Ato deve essere definitiva ma dobbiamo farlo a poco a poco – dice l’assessore all’energia ed ex magistrato di Caltanissetta Nicolò Marino – Stiamo creando un gruppo di lavoro formato da esperti per emanare una nuova legge regionale. In questo intervallo saranno i sindaci a gestire la raccolta”. La nuova normativa non prevede termo valorizzatori che per Marino sono ormai sorpassati.
Spinge invece per la realizzazione degli inceneritori il deputato del Pdl Salvino Caputo che la considera l’unica strada percorribile considerando che il fatto che le discariche ormai sono piene.
Ma per il presidente della Regione Rosario Crocetta bisogna puntare fortemente sulla raccolta differenziata, cercando di portare a zero la quantità di rifiuti da conferire in discarica.
I nodi da sciogliere sono tanti, come la questione occupazionale. Negli ultimi anni il settore dei rifiuti è stato terreno fertile per far crescere assunzioni clientelari, sottolinea Marino. “Queste persone non possono essere riassorbite nei nuovi enti, ma non si possono nemmeno creare problemi sociali e sindacali. Si sta pensando dunque di impiegarli in progetti per le energie alternative finanziate dall’Unione Europea.”
Intanto il debito degli Ato continua a salire vertiginosamente. In totale supera un miliardo e 400 milioni di euro. In particolare quello della città di Palermo sfiora i 200 milioni, l’Ato di Partinico e Carini quasi 50 milioni.
“Ci sono sindaci deresponsabilizzati – dice ancora Marino – che hanno utilizzato i soldi degli ato per fare altro.” L’assessore all’energia vuole applicare una norma che preveda la rimozione dei sindaci o dei consigli comunali che non incassano la Tarsu per finanziare gli Ato”.