Scuola. Lettera del collegio dei docenti dell’Istituto superiore “Mursia” di Carini

I docenti del “Mursia” di Carini, a conclusione di due assemblee sindacali e di due Collegi docenti, e dopo un proficuo confronto coi genitori degli alunni che hanno offerto agli insegnanti la loro piena solidarietà e supporto, hanno ribadito la loro ferma volontà di rifiutare, in segno di protesta, tutte le attività extracurriculari non obbligatorie della Scuola, ivi compresi: progetti Fis e Pon, ore aggiuntive, gite scolastiche e guidate, test Invalsi, nomine di coordinamenti, commissioni, dipartimenti e responsabili di plesso.
I docenti non credono che basti eliminare temporaneamente una proposta irricevibile di aumento dell’orario di lavoro (ben sei ore, e non due come falsamente dichiarato) a parità di salario, così come non basta raggranellare qualche briciola per gli scatti di anzianità rastrellando il gramo barile del Fondo d’Istituto. Sono convinti che non basti rallentare o ripensare l’iter della famigerata ex- Aprea (che favorisce l’ingresso dei privati nella Scuola Pubblica): credono invece che sia necessario protestare fino a quando, nel modo di rivolgersi agli insegnanti e nelle politiche scolastiche non si scorgerà un riconoscimento, da troppo tempo mortificato, della loro professionalità, e fino a quando non si attuerà una politica seria e credibile di rifinanziamento della Scuola Pubblica Statale.
I docenti del “Mursia” di Carini non si accontentano di proclami rassicuranti e delle parole spese in campagna elettorale o durante le primarie da vari esponenti politici. Ritengono che sia ora il momento di contrattaccare e reclamare con forza i loro diritti negati: il lavoro sottopagato, la mancata messa in sicurezza delle strutture scolastiche, la fatiscenza di molte di esse, la mancanza di aule, l’istituzione di classi “pollaio”, il precariato istituzionalizzato, i finanziamenti alle scuole private. Sottolineano l’abnegazione che ogni docente profonde per arginare la marea di disorientamenti e patologie che la società riversa nella Scuola e che i docenti sono chiamati a bloccare sguarniti di risorse e strumenti normativi certi, in balia di direttive frastornanti, perseguitati da una burocrazia vuota e fiaccante, demotivati da tutto tranne che dalla scommessa fatta con se stessi tutte le sante mattine di non darla vinta al caos.
I docenti del “Mursia” credono che questa protesta abbia senso solo se è una protesta di principio, una protesta politica nel senso più nobile della parola; che non miri solo a questo o a quel provvedimento estemporaneo che a scadenze regolari colpisce la Scuola o che accontenti il protagonismo di questo o quel sindacato. Questa protesta ha senso solo se afferma il rifiuto netto di un modello culturale fatto di improvvisazioni insensate, di elemosine distribuite per accontentare qualche docente e privare così la categoria della sua unità, della coscienza del suo ruolo, insostituibile, nella vita civile dello Stato.
La Scuola è il motore della cultura, l’anima culturale del Paese, e noi docenti non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo barricarci dietro le sigle sindacali, dietro i tira e molla degli inciuci politici. Vogliamo costruire qui e ora la nostra dignità di docenti rinunciando per una volta a queste misere elemosine e rafforzando la nostra battaglia di principio che è quella di una seria, convinta riqualificazione del nostro lavoro e della nostra libera volontà.
Documento del Collegio Docenti dell’Istituto Istruzione Superiore “Mursia” di Carini del 27.11.2012

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