Omicidio studentessa. Migliorano le condizioni di Lucia, non sa che la sorella è morta
“Lucia Petrucci e’ stata colpita da almeno venti coltellate su tutto il corpo, dalla schiena alla lingua, dalla clavicola alla guancia, e alle labbra. Le abbiamo dato oltre cento punto di sutura su tutto il corpo”. Lo ha detto Giuseppe Termini, primario di Chirurgia dell’ospedale Cervello di Palermo durante il bollettino medico della studentessa ferita ieri dall’ex fidanzato che ha ucciso la sorella Carmela. “Lucia restera’ almeno per altre 48 ore in Rianimazione – dice il medico – anche per evitare contatti con altre persone che le possano dire che la sorella e’ stata uccisa”. La diciottenne infatti non sa ancora che la sorella di meno di un anno più piccola di lei, è morta, assassinata da Samule Caruso. “Lucia non fa che chiedere della sorella Carmela, ma noi per ora evitiamo di dirle la verita’. Sara’ compito di uno psicologo dirle quanto accaduto. Anche se io sono convinto che Lucia sappia che la sorella e’ morta”, ha aggiunto il primario. “Le abbiamo detto che la sorella Carmela e’ ricoverata in un altro ospedale – ha detto ancora Termini – e che la stiamo curando. Non fa che chiedere a tutti i medici e gli infermieri come sta la sorella”. Lucia ricorda tutto dell’aggressione. E proprio grazie a lei i poliziotti ieri sono riusciti ad identificare e fermare Samuele Caruso, 23 anni, incensurato, mentre stava per salire su un treno alla stazione di Bagheria. Stava partendo. E’ stato individuato grazie a una telefonata che aveva effettuato: sono state rintracciate le celle e quindi il luogo in cui si trovava. Ha confessato dopo tre ore di interrogatorio: “Ho perso la testa. Stavamo insieme, ma questa estate mi ha lasciato”. La polizia definisce Samuele Caruso come il “classico stalker” che non dava pace alla sua vittima, ossessionandola. Secondo il racconto di alcune compagne di scuola, Lucia avrebbe conosciuto quel mostro su Facebook l’anno scorso. Le due sorelle, che vivevano in simbiosi frequentavano la stessa classe del liceo classico, l’Umberto I di Palermo.
Carmela Petrucci è andata incontro alla morte per difendere la sorella Lucia dal suo ex fidanzato. L’aggressione è avvenuta nell’androne di casa, al ritorno da scuola, dopo che la nonna aveva accompagnato come ogni giorno, le nipoti nello stabile di via Uditore. Lucia e Carmela, poco prima, avevano avuto il tempo di suonare al citofono, poi è avvenuta la tragedia. L’assassino si è infatti nascosto all’ingresso del palazzo e le ha aggredite. Carmela si sarebbe intromessa in una discussione animata tra Lucia e l’ex fidanzato ed è stata trucidata a coltellate. Tutto si è consumato in pochissimi istanti, ma l’epilogo di sangue è stato preceduto da mesi di molestie e minacce. Sms anonimi, incursioni sul profilo facebook di Lucia, pedinamenti -i compagni di scuola raccontano che Samuele Caruso si faceva trovare ogni giorno all’uscita dall’istituto nonostante Lucia lo avesse lasciato-. Ma in pochi sapevano del dramma che stava vivendo, si confessava con Carmela e un po’ anche con il fratello Antonio, con i coetanei era discreta e i suoi genitori non erano a conoscenza di nulla. Agghiacciante le scena del crimine. Carmela a terra in una pozza di sangue e Lucia accanto alla sorella che ancora lucida è riuscita a dare ai poliziotti guidati da Carmine Mosca il nome dell’assassino. Un ragazzo che su Facebook si faceva chiamare “Tigrotto”.
Una bestia che ha distrutto una famiglia di persone per bene, che ha spezzato la vita di un’adolescente Carmela che sognava di fare il medico e di Lucia che ancora non sa che sua sorella non c’è più.