Maxi operazione antimafia a Palermo, pizzo anche a fiction Rai
Quarantuno persone sono state arrestate dalla sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo. Sono i vertici e i gregari del clan della Noce, che imponevano estorsioni a negozi e cantieri edili nel centro città.
Le telecamere hanno registrato anche contrasti all’interno del clan: uno dei boss, Giuseppe Sammaritano, fu punito perché voleva prendere più potere.
Il 21 settembre 2011, la sua Smart fu incendiata. Le telecamere della polizia hanno ripreso la scena.
Associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, interposizione fittizia, possesso e uso di armi da fuoco sono i reati a vario titolo contestati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Dda.
C’è chi protesta e viene bastonato, ma c’è chi si ribella e consente di incastrare l’esattore, come accade per la ristrutturazione di una scuola affidata a una ditta di Alcamo. Nelle intercettazioni ambientali, si sente l’esattore che non sapendo di essere registrato dalle cimici, ripassa come da copione, la parte del mafioso per imporre il pagamento del pizzo.
I nuovi boss di Cosa Nostra amano il cinema, non per passione ma per affari. Sono riusciti infatti ad imporre nuove assunzioni sul set di “Segreto dell’Acqua” una produzione Magnolia realizzata per la Rai, con la partecipazione di Riccardo Scamarcio. All’inizio del 2010, le minacce ai produttori di Magnolia Fiction sono arrivate tramite i figli di Enzo Castagna, da trent’anni procacciatore di comparse a Palermo, da qualche anno è anche un ex condannato per associazione mafiosa e rapina a mano armata. Adesso anche i suoi figli, Tommaso e Gaetano, sono finiti in carcere, con l’accusa di estorsione aggravata, e di troppi contatti con i boss del quartiere Noce.
“I film a Palermo li fa Castagna, altrimenti ti vanno tutte cose male, tu chiama i carabinieri, domani ti faccio vedere io “, dicevano ai produttori.
Alla fine, Tommaso e il fratello Gaetano furono assunti come “capogruppo di set”. Un loro fidato, come addetto alla sicurezza. E fu assunta anche la moglie di Gaetano Castagna.
Un provvedimento giudiziario di 700 pagine firmato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Francesco Del Bene, Lia Sava e Gianluca De Leo dopo due anni di indagini che hanno avuto come registi il vicequestore aggiunto Antonio De Santis e il capo della Mobile Maurizio Calvino.