Palermo, università: controlli sul pagamento delle tasse
Controlli a tutto campo della Guardia di Finanza di Palermo intorno al mondo dell’università con particolare attenzione al pagamento di tasse e affitti per gli studenti. Ai raggi x la posizione economica degli iscritti all’ateneo per scoprire chi attesta false condizioni di disagio con l’obiettivo di ottenere la riduzione delle tasse, in base al reddito dichiarato.
I controlli vengono effettuati in base al Protocollo d’intesa stipulato nel 2008 tra il Comando Regionale della Guardia di Finanza e l’Università di Palermo e sul sistema informatico messo a punto dall’Ateneo che permette di fare emergere indici di anomalia nelle autocertificazioni presentate dagli studenti in sede di iscrizione annuale sulle condizioni economiche proprie e del nucleo familiare.
La lista delle posizioni a rischio, viene comunicata al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo che effettua una serie di incroci con le banche dati a propria disposizione, come l’Anagrafe Tributaria, per confrontare i dati comunicati dagli studenti e le dichiarazioni dei redditi.
Dopo questa ulteriore attività di selezione, viene avviata una serie mirata di controlli finalizzati a scoprire e denunciare le indebite percezioni di contributi statali per il diritto allo studio.
Ma il Protocollo non si ferma a questo: i dati comunicati alla Guardia di Finanza possano essere utilizzati dalle fiamme gialle anche per individuare eventuali locazioni di immobili “in nero”.
E proprio in questa materia, i finanzieri, hanno inviato già 320 questionari ad altrettanti studenti residenti fuori provincia, chiedendo dettagli in merito all’eventuale locazione di appartamenti nella città, il canone corrisposto e le modalità di pagamento: solo grazie alle prime risposte pervenute sono stati individuati ben 23 proprietari di immobili nelle zone circostanti l’Università che non hanno dichiarato i ricavi percepiti dalla locazione agli studenti dei loro appartamenti per circa 200 mila euro.
Il caso più eclatante è quello del proprietario di un immobile del centro storico che ha affittato per ben 6 anni consecutivi il suo appartamento a 4 studenti universitari, ricavandone 30 mila euro: nonostante il locatore avesse registrato il contratto di affitto, come previsto dalla legge, ha però “dimenticato” di dichiararne i relativi introiti al fisco.
Sulla base dei risultati conseguiti, l’Università palermitana trasmetterà nei prossimi giorni al Comando Provinciale della Guardia di Finanza, come all’inizio di ogni anno accademico, un ulteriore elenco di 100 nominativi di studenti neo – iscritti, selezionati su un più ampio campione, a seguito dell’individuazione di alcuni indicatori di possibile anomalia rilevati dalle autocertificazioni presentate ai fini dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie.
L’elenco sarà quindi messo subito in lavorazione dalla Guardia di Finanza per l’avvio di ulteriori controlli mirati, finalizzati a scoprire eventuali ulteriore casi di frode.