Cinisi. “Pensionefacile.it” condannato Simone Saputo
Creando posizioni pensionistiche fantasma all’Inps, tra il 2006 e il 2011 aveva incassato assegni per un milione e 816mila euro. Scoperto nel 2011, l’impiegato infedele venne arrestato per frode informatica, truffa aggravata e falso materiale in atti e licenziato senza preavviso. Ora per Simone Saputo, 60 anni, palermitano ma residente a Cinisi, è arrivata anche la condanna della Corte dei conti che gli intima di restituire la somma, maggiorata di rivalutazione monetaria e interessi legali, e converte in pignoramento il sequestro conservativo dei beni autorizzato già nel dicembre dello scorso anno dal presidente della Sezione giurisdizionale: un quinto del Tfr, un quinto della pensione e un immobile a Cinisi. Simone Saputo è finito in manette nel marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta pensionefacile.it insieme ad altre cinque persone di Partinico responsabili a vario titolo di patronati. Diversi i trucchi usati dall’impiegato infedele dell’Inps che inseriva nel cervellone dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale false posizioni pensionistiche per mettere le mani su migliaia di euro. Addirittura anche un bambino di 10 anni risultava titolare del vitalizio del nonno, per consentire ai genitori nullatenenti di incassare la reversibilità. Sarebbero state anche attribuite pensioni a persone decedute per consentire a vedove, vere o presunte, di intascare la reversibilità. Saputo avrebbe aumentato artificiosamente nella banca dati Inps pure le somme relative alla contribuzione volontaria. Sarebbero stati anche effettuati cambi di residenza dei richiedenti per far sì che la competenza sulle loro pratiche passasse all’ufficio liquidazione pensioni di Palermo, lo stesso in cui lavorava Saputo. Ovviamente tutto ciò avveniva sotto pagamento di chi riceveva la pensione. La truffa era stata scoperta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica in collaborazione con le compagnie di Partinico e Monreale, grazie ad una segnalazione all’INPS di una cittadina partinicese che aveva ricevuto una pensione mai richiesta, un caso di omonimia.