Mafia. Ros: “Mai interrotta la caccia al boss Messina Denaro”

Il comando del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, “smentisce la notizia riportata da alcuni organi di informazione relativa alla presunta interruzione delle attività di ricerca di Matteo Messina Denaro”, il super latitante di Cosa Nostra.
La sua cattura, affermano i carabinieri, “resta un obiettivo primario del Ros, che continua a svolgere le indagini delegate dalla procura di Palermo con lo stesso impegno”. Secondo la notizia di stampa smentita poi dal Ros, gli investigatori del Raggruppamento operativo speciale dell’Arma avrebbero deciso di abbandonare le ricerche del latitante di Cosa Nostra, coordinate dal procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato, dopo che le indagini da loro condotte sarebbero state vanificate da un blitz della polizia, coordinato da altri pm della Procura e avallato dal capo dell’ufficio, Francesco Messineo. Una spaccatura all’interno della procura di Palermo di cui gli organi di informazione avevano dato conto alla fine di giugno, all’indomani della vasta operazione di polizia contro le cosche di Agrigento che portò a una cinquantina di fermi. In cella anche Leo Sutera, vecchio boss da sempre vicino a Messina Denaro. Un’operazione intempestiva, secondo il procuratore aggiunto Principato, che aveva chiesto il rinvio della retata sostenendo che avrebbe bruciato l’inchiesta dei carabinieri del Ros che proprio attraverso Sutera speravano di arrivare al padrino latitante.
Ma i colleghi titolari del fascicolo sui clan di Agrigento, guidati dall’aggiunto Vittorio Teresi, non erano d’accordo e hanno spinto per andare avanti. Alla fine l’ultima parola l’ha detta il procuratore Francesco Messineo che, autorizzando il blitz, ha dato il via ai fermi, suscitando le ire della Principato, che ha scritto una mail infuocata a tutta la Dda. Messineo ha replicato, difendendo la scelta di intervenire.

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