La scure del Commissario dello Stato su norma dei rifiuti approvata all’Ars
Quattro norme impugnate su otto. La scure del Commissario dello Stato, s’è abbattuta sulla metà di ddl approvati nell’ultima seduta dell’Assemblea regionale che dovrà tornare a riunirsi domani per rispondere alle impugnative che hanno cassato pesantemente la legge riguardante la riforma dei rifiuti e le norme sulla Commissione per le pari opportunità, sulla ricerca sanitaria, e sul quoziente familiare. Carmelo Aronica stoppa le assunzioni di massa nelle nascenti società per la raccolta rifiuti, impugnando il disegno di legge sulle norme di modifica alla gestione integrata dei rifiuti” che fissava l’iter per lo scioglimento delle attuali società d’ambito e il transito del personale nelle nascenti Srr. Per Aronica, nelle nuove società, non potranno passare “direttamente” i dipendenti degli Ato in liquidazione. Anche a causa di quella legge regionale di riforma del sistema dei rifiuti, che disponeva il divieto per le Srr di nuove assunzioni e persino di qualsiasi rapporto di consulenza o incarico esterno, prima della definizione “del procedimento di approvazione delle dotazione organica da parte dell’assessore competente”. “Dall’applicazione della norma – scrive Aronica – potrebbe derivare una generale ed automatica assunzione di dipendenti a qualsiasi titolo di persone giuridiche di diritto privato nell’organico di un soggetto pubblico, l’istituenda S.R.R., senza il previo espletamento di alcuna procedura selettiva. La disposizione in questione costituisce – prosegue l’impugnativa del Commissario dello Stato- una deroga al principio del concorso pubblico al quale devono conformarsi le procedure di assunzione del personale delle pubbliche amministrazioni”. Sottolineata, inoltre, una contraddizione tra due disposizioni della legge impugnata. Una, infatti, prevede che gli attuali consorzi o società d’ambito “continuino ad esercitare il servizio fino al momento della trasmissione del piano d’ambito dalle istituende società consortili all’assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, comunque fino al 31 dicembre 2012, data in cui si estinguono”; una norma successiva, invece, dispone che, “una volta costituite le società consortili e fino a quando non verrà aggiudicato il servizio al gestore unico, gli stessi consorzi e società d’ambito, in qualità di ‘soggetti già deputati, a qualunque titolo, alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti o comunque nella stessa coinvolti, debbano continuare ad assicurare alle medesime condizioni l’integrale e regolare prosecuzione delle attività’”. Come fa, si chiede il Commissario, un soggetto già “estinto per legge” a portare avanti la sua attività oltre la data del 31 dicembre del 2012? Altro comma impugnato, poi, riguarda la concessione delle garanzie fidejussorie da parte di Irfis a copertura dei crediti vantati dalle banche nei confronti degli Ato in perdita. La legge autorizza l’Irfis a concedere queste garanzie “senza specificazione alcuna – scrive Aronica – sulla natura ed i limiti delle stesse, non solo riguardo ai debiti dei consorzi e delle società d’ambito sinora accertati ma anche su quelli che matureranno in futuro sino al 31 dicembre 2012, nei confronti di terzi creditori per le anticipazioni su crediti che a questi ultimi siano stati concessi dalle banche. La disposizione – prosegue l’impugnativa – prevede anche la concessione di contributi in conto interessi per le operazioni di cessione di crediti effettuate da banche e società di factoring e di leasing senza determinare l’ammontare delle spese autorizzate. La laconicità del tenore letterale della norma in questione – evidenzia Carmelo Aronica – e l’assenza di un qualsivoglia limite o criterio di determinazione degli oneri derivanti non solo per l’erogazione dei contributi ma, principalmente, per l’assolvimento della garanzia prestata, rende la stessa non conforme agli articoli 81e 97 della Costituzione”. Articoli che riguardano la necessità della copertura finanziaria degli interventi pubblici e l’equilibrio dei bilanci. Sull’impugnativa interviene il presidente dell’Anci Giacomo Scala che parla di una legge fatta in fretta e infarcita di emendamenti dell’ultima ora che crea un grave danno alla Sicilia. Scala lancia un appello al commissario per l’emergenza rifiuti, il dimissionario presidente della Regione Raffaele Lombardo, affinchè intervenga per evitare che, la crisi provocata dal vuoto normativo, possa fare sprofondare in un baratro i comuni siciliani e con essi l’intero territorio regionale.