Incendio Bellolampo, si indaga su disastro ambientale
C’è anche il reato di disastro ambientale tra le ipotesi dei pm che stanno indagando sull’incendio che ha avvolto la discarica di bellolampo per dieci giorni. L’inchiesta, aperta inizialmente per incendio doloso, resta ancora a carico di ignoti ma vengono aggiunte nuove contestazioni. Per questo, i pm effettueranno un nuovo sopralluogo in elicottero sull’area, anche per capire se autorizzare la riapertura parziale della discarica per consentire il conferimento dei rifiuti.
Nel frattempo, sarebbe quasi una certezza che l’innesco dell’incendio sia stato doloso e che abbia trovato nei tubi per i biogas la miccia “perfetta”. Il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci, che già la scorsa settimana ha effettuato un sopralluogo dall’alto, e il pm Geri Ferrara stanno intanto ricostruendo le omissioni gravissime che hanno permesso alle fiamme di propagarsi: una cattiva gestione quella del sito di Bellolampo sottolineata da subito dagli inquirenti che hanno notato, ad esempio, la presenza delle sterpaglie accatastate vicino all’area che avrebbero alimentato il fuoco.
Quanto al movente si indaga principalmente su chi avesse interesse alla chiusura della discarica palermitana in cui finiscono più di novecento tonnellate di rifiuti al giorno. Immondizia che ora viene trasportata in altre discariche dell’Isola, tra cui quella di Trapani, al costo di trecento euro a tonnellata. E intanto, in città, i roghi ai cassonetti strapieni non si fermano: quasi cinquanta gli interventi dei vigili del fuoco, intervenuti a Cruillas, al cep, al Borgo Nuovo, a Bonagia e in corso dei Mille.