Bellolampo, CNR: concreto pericolo diossina

Notizie contraddittorie e incoerenti hanno caratterizzato le fasi dell’incendio di Bellolampo. Per due settimane circa si è rassicurata la popolazione sull’assenza di pericoli, ci sono stati inviti costanti ad evitare inutili e ingiustificati allarmismi. Qualche giorno fa le analisi dell’Arpa hanno dimostrato che invece c’erano giustificati motivi per temere conseguenze, perché per molti giorni – sette o otto – migliaia di abitanti della zona di Boccadifalco, e non solo probabilmente, hanno respirato i veleni delle diossine, essendo stati esposti a valori cinque volte superiori a quelli consentiti. La polemica si concentra verso il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che secondo molti, invece di contestare l’Amia, Arpa e Asp, avrebbe dovuto occuparsi maggiormente della salute dei cittadini. “E’ stato sottovalutato il disastro”, denuncia il deputato regionale Pd Pino Apprendi, ex Vigile del Fuoco, “siamo passati da dichiarazioni che parlavano di semplice vapore acqueo a lievi esalazioni tossiche”, dichiara apprendi. Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, suggerisce una immediata mappatura di aziende e percorsi di distribuzione dei prodotti agricoli e di derivazione animale. Dal Centro Nazionale di Ricerca, dicono che si sono certamente formate quantità rischiose di diossine; piccolissime in termini assoluti ma rischiose per la salute perche’ si tratta dei composti fra i piu tossici per la salute. Il vento le ha portate lontano, depositandosi sui terreni e sui balconi degli edifici. Le misure iniziali, che sono quelle sulle quali le autorità adottano i provvedimenti per la salute pubblica, tipicamente si riferiscono a volumi di campionamento limitati. Il risultato sono valori di tossine ridotti. Ma quando il campione analizzato e’ quello campionato estesamente, durante un incendio prolungato come quello di Palermo, ecco che i valori crescono rapidamente. Per il CNR dunque occorre adesso rispettare integralmente l’ordinanza sindacale che e’ stata emanata su consiglio dei chimici, in assenza dei dati che sarebbero arrivati in seguito. Niente cibi da prodotti agricoli o da latte ottenuti nelle zone circostanti. Aiutera’ anche lavare le superfici di balconi, vetri e verande con acqua saponata. Infine, occorre monitorare le concentrazioni di diossine e furani nel terreno e nelle acque circostanti per molti mesi a venire.

Hide picture