Corleone, fiaccolata e protesta contro chiusura tribunale
La Coop “Lavoro e non solo”, la Camera del lavoro, l’Anpi e le associazioni culturali “New Corleone”, “Città Nuove”, “Corleone Dialogos” e “Corleone on tour” erano state chiare: «Sindaco, è sbagliato consegnare, seppur metaforicamente e per mera provocazione per la chiusura della locale sezione staccata del tribunale di Termini Imerese, le chiavi della città al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro». E avevano aggiunto: «Corleone democratica ha il dovere di tenersi strette le chiavi della città e di difenderla dalla mafia e dai suoi complici, per cui, pur comprendendo la sua esasperazione, Le chiediamo di evitare la provocazione della consegna delle chiavi della città, che potrebbe non essere compresa e rivelarsi un boomerang».
Così il sindaco Lea Savona ha desistito dall’idea di consegnare le chiavi della città ad una sagoma a grandezza naturale che riproduceva il boss trapanese da anni latitante. Anche perché nella sua stessa maggioranza serpeggiavano riserve e malumori, con prese di distanza esplicita da parte del presidente del consiglio comunale Stefano Gambino e mugugni da parte di Mario Lanza.
La fiaccolata, partita alle 20,30 da piazza Garibaldi, davanti al municipio, ha percorso silenziosamente tutto il corso principale della città, arrivando, poco dopo le 21.00, davanti la sede della sezione distaccata del Tribunale, in via Giuseppe Verdi, che il governo ha deciso di chiudere. Si è aperto il cancello, a cui era attaccata la sagoma di Messina Denaro, ma il sindaco Savona ha tirato dritto, non si è fermata a consegnargli le chiavi. Qualche minuto dopo, i ragazzi dei campi di lavoro hanno staccato a l’effige del boss trapanese dal cancello, buttandola per terra e calpestandola ripetutamente.