“The end”, oggi la prima udienza
Prima udienza, stamani, al tribunale di Palermo, nell’ambito del processo contro 13 imputati, finiti in manette il primo dicembre dello scorso anno nell’ambito dell’operazione the End per associazione mafiosa, estorsione e danneggiamento aggravato a vario titolo e che hanno avanzato richiesta di essere giudicati con il rito abbreviato. Gli imputati sono Giovanni e Leonardo Vitale che sarebbero stati a capo del mandamento, Alfonso Bommarito 46 anni, Antonino Giambrone 32 anni, figlio di Giuseppe, presunto boss di Borgetto già detenuto, Francesco Alfano 48 enne, Antonio Lo Biundo 30 anni, Pietro Orlando 53 enne, Elviro Paradiso 30 anni, Santo Salvaggio 30 enne, Alfonso Scalici 59 anni, Francesco e Giovanni Battista Tagliavia rispettivamente di 48 e 27 anni, Gioacchino Guida 33 enne, Roberto Pitarresi 42 enne ed Ambrogio Corrao di 51 anni. La seduta di oggi presieduta dal giudice Michele Alaimo è stata dedicata all’esame di alcuni testi, le cui dichiarazioni sono stati determinanti per i legali della difesa che possono ancora optare di far processare i propri assistiti con il rito ordinario. I testi sono stati interrogati dal Pubblico Ministero Francesco Del Bene. I difensori, si sono riservati di decidere. Le loro posizioni saranno espresse nella prossima udienza fissata per il 13 gennaio. Intanto, il prossimo 6 febbraio, davanti la terza sezione del tribunale di Palermo, prenderà il via il processo contro gli affiliati del clan Vitale che hanno già scelto il rito ordinario. Sul banco degli imputati: il partinicese Alessandro Aracabascio, 38 anni, Gianfranco Brolo, 41 anni di Partinico, Salvatore Cataldo 62 anni di Carini, Carmelo Culcasi, 71 anni di Villagrazia di Carini, Francesco Paolo di Giuseppe, 53 anni di Partinico, Girolamo Guzzo 48 anni, Salvatore Lamberti, 80 anni di Borgetto, Antonino Lu Vito, 56 anni, Lorenzo Lupo 59 anni di Borgetto e Roberto Rizzo 37 anni di Partinico. Il loro rinvio a giudizio è stato deciso dal gup Michele Alaimo, accogliendo le richieste avanzate dal pm Francesco De Bene. In base alla ricostruzione della Procura, diversi imputati avrebbero partecipato a summit mafiosi in presenza dell’allora boss latitante Domenico Raccuglia. Inoltre, avrebbero gestito gli affari illeciti non solo a Partinico, ma anche a Borgetto e Carini, imponendo il pizzo, ma anche diverse forniture di calcestruzzo ad imprenditori della provincia di Palermo, danneggiando e incendiando le auto di quelli che avrebbero tentato di opporsi.