Nuove Tendenze. “Mafia tour”, anche in Sicilia nasce il moderno business-viaggi
I primi sono stati i newyorkesi, ci hanno pensato almeno 3 anni fa e grazie al web l’idea ha travalicato i confini del nuovo continente… ed ovviamente la tendenza non poteva non arrivare anche al Sud…e via ai pacchetti “mafia tour”, viaggi nei luoghi dove hanno vissuto i boss di Cosa Nostra o a Napoli della Camorra. Le mete più ambite? I covi delle primule rosse! O almeno così funziona dalle nostre parti. Pare infatti che in tanti abbiano visitato l’ultima tana del padrino di Corleone Bernardo Provenzano, arrestato tra pizzini e cicoria l’11 aprile del 2006 in un casolare di contrada Montagna dei Cavalli a pochi chilometri dal paese. Ma anche la residenza palermitana del capo dei capi Totò Riina riscuote un discreto successo. Turisti in visita nella quinta città più grande d’Italia, non perdono certo l’occasione di dare una sbirciatina alla Villa di via Bernabei, oggi una casa abbandonata. Devastata dai vandali, diventata solo l’ombra del lusso, che nonostante la latitanza Totò “U Curtu” si concedeva a un passo dal centro. Curiosità suscita poi nei viaggiatori, il Giardino della Memoria di San Giuseppe Jato… questo luogo però ha una storia a sé, c’entra sempre la mafia, ma quella della peggior razza. Lì si consumarono gli ultimi anni di vita del piccolo Giuseppe Di Matteo, tenuto prigioniero per 779 giorni, poi strangolato e sciolto nell’acido su ordine del boss Giovanni Brusca. Beh, se metti piede all’interno del giardino della memoria, se scendi giù giù e ti trovi dentro ad una piccola stanzetta e di fronte ad una rete per materasso, ecco che è difficile trattenere le lacrime… anche se sei in vacanza!
Riporta oggi l’agenzia Adnkronos: Nell”85 il mensile parigino ‘Actuel’ dedicò a Palermo, “la capitale della grande criminalità organizzata”, sette pagine del suo inserto-vacanze . “Volate in Sicilia – si leggeva nell’articolo della rivista fondata da ex sessantottini – e godetevi senza pregiudizi lo stile mafioso: entrate nelle esclusive boutique dove si vestono i boss, frequentate i night dove gli ‘uomini d’ onore’ consumano le loro notti, seguite l’Alfetta blindata del giudice Falcone fin sotto le gradinate del vecchio tribunale. Uno spettacolo dopo l’altro per una vacanza davvero diversa in una città in disfacimento ‘dove la mafia è dappertutto e regna ancora incontrastata”. Insomma, non si può certo dire che la fama non ci abbia sempre preceduto! Nel nostro territorio, invece, esattamente a Montelepre, la curiosità dei turisti si concentra sulla casa, oggi museo, dove ha vissuto il bandito Salvatore Giuliano… la storia di Turiddu, misteriosa ed affascinante, richiama in paese diversi visitatori… ne abbiamo avuto prova il 28 ottobre del 2010, giorno della riesumazione dei resti del “Re di Montelepre”, quando davanti alla necropoli cittadina si radunò gente proveniente da diverse città, anche europee…