Mafia, nuove accuse al ministro dell’agricoltura Saverio Romano
Nuove accuse contro il ministro siciliano dell’agricoltura Saverio Romano. A parlare è il collaboratore di giustizia Francesco Campanella che ha documentato di un incontro avvenuto tra l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, Nicolò Notaro, imprenditore di Villabate condannato per associazione mafiosa e lo stesso Saverio Romano. L’incontro – dice Campanella – servì per ottenere da Romano il via libera alla candidatura alle regionali del 2001 di Giuseppe Acanto, evidenziando che la richiesta proveniva da Antonino Mandalà, boss di Villabate. E’ un tassello dell’accusa che il 25 ottobre il sostituto procuratore Nino Di Mattero, discuterà con la difesa del ministro Romano, che comunque ha sempre smentito contiguità con esponenti di cosa nostra e che quasi sicuramente uscirà indenne dal voto di sfiducia nei suoi confronti presentato alla Camera da Pd e Idv. Ma c’è una seconda inchiesta che riguarda il Ministro dell’agricoltura, quella che coinvolge anche il prestanome dei Ciancimino, il tributarista Gianni Lapis che ha dichiarato ai magistrati della Procura di Palermo di aver dato 50,000 euro a Saverio Romano. “Io non davo mazzette, finanziavo tanti gruppi politici. Quando reputavo una persona corretta gli sono stato sempre vicino, non mi costava nulla”. Ma ha finito per accusare: “Nel 2004, ho consegnato 50 mila euro in contanti a Totò Cuffaro e 50.000 a Saverio Romano. E così anche il verbale delle sue dichiarazioni è stato inviato al gip Piergiorgio Morosini, chiamato a decidere sulla sorte della seconda inchiesta che vede indagato il ministro dell’Agricoltura. Fino a qualche mese fa, c’erano solo le parole di Massimo Ciancimino a sostegno delle accuse di corruzione nei confronti dei politici: i pm ritengono invece che quei soldi fossero mazzette legate agli appalti della società Gas, il gioiello di famiglia dei Ciancimino venduto fra il 2003 e il 2004 agli spagnoli della Gas natural. Lapis continua a parlare di “finanziamenti”, ma conferma che i soldi arrivavano dal maxi affare. Il tributarista parla di una missione serale nella casa palermitana di Cuffaro. “Credo di esserci andato con Romano, ma non vorrei dire una fesseria, non me lo ricordo”, precisa. “Sulla somma, invece, Lapis non alcun dubbio: “50.000 a Cuffaro e 50.000 a Romano”.