TRATTATIVA STATO MAFIA. I PM DI PALERMO CHIEDONO GLI ATTI SUL 41 BIS DEL BIENNIO ‘92-’93

Sembra ormai giunta a una fase cruciale l’inchiesta dei pm di Palermo sulla trattativa tra Stato e mafia. E le vicende alterne sul carcere duro per i boss si rivelano sempre più lo snodo centrale dell’indagine. Tanto che giorni fa, a sorpresa, i magistrati della dda Nino Di Matteo e Antonio Ingroia, sono andati a Roma al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per notificare un ordine di esibizione atti. Al Dap i pm hanno chiesto tutta la documentazione relativa al 41 bis degli anni ‘92 e ‘93, il periodo clou della trattativa, quello in cui l’ex ministro della Giustizia Giovanni Conso decise – “autonomamente”, ha detto lui ai magistrati e all’Antimafia – di revocare, in un caso, e non prorogare, in un altro, il regime carcerario speciale a oltre 300 mafiosi. Una parte del materiale è stata già acquisita dal personale della polizia giudiziaria che ha accompagnato i pm nella sede romana del Dipartimento. Il resto verrà messo a disposizione e sequestrato nelle prossime settimane. Oltre ai provvedimenti, ministeriali, agli atti del fascicolo sulla trattativa, in cui sono indagati esponenti del Ros dei carabinieri come il generale Mario Mori, e capimafia come Totò Riina e Bernardo Provenzano, la Procura vuole consultare informative interne e documenti diretti ad altri esponenti istituzionali che abbiano avuto ad oggetto il 41 bis. L’ipotesi è quella che al centro del “dialogo”, aperto dopo l’eccidio di Capaci tra Cosa nostra e pezzi dello Stato, ci fosse l’eliminazione del carcere duro per i capimafia.

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