TERRASINI. TUTTE LE “SFIDUCIE MANCATE” DEL SINDACO
Non c’è pace nella politica locale di Terrasini. La quarta mozione di sfiducia contro il sindaco Girolamo Consiglio rappresenta il malessere che vive la politica nella cittadina marinara. Le opposizioni, che occupano quasi la totalità degli scranni del consiglio comunale, sono riusciti a cavalcare nell’ultimo periodo le burrascose vicende che hanno coinvolto l’amministrazione comunale. Le ultime: il caso dell’ ex assessore Angelo Viviano e il contanier affidato alla famiglia disagiata del paese, nonchè la vicenda sulla casa del vicesindaco Lorenzo Lo Grasso. Situazioni che hanno portato a presentare la quarta mozione di sfiducia contro sindaco e giunta. A firmare questa volta il
documento sono 15 consiglieri comunali che alla faccia dello spirito del Natale, lo hanno protocollato alle ore 14 del 24 dicembre, proprio alla vigilia della festa più sentita dell’anno dalla comunità cristiana. Il primo cittadino, anche senza un gruppo di maggioranza solido e definito in aula, durante il suo mandato è sempre uscito vittorioso dalla battaglia dei numeri in consiglio comunale. Ogni volta infatti il fronte della sfiducia si è sempre dimostrato fallimentare con cambi di casacca e ripensamenti dell’ultimo minuto. Quasi un anno fa, lo scorso 9 gennaio 2010, nella terza mozione firmata da 13 consiglieri comunali, in 2 si
tirarono indietro: Mariella Puccia non la votò e Gianfranco Puccio, che fino a quel momento aveva detto peste e corna del primo cittadino e che invece a sorpresa, si dichiarò contro la mozione di sfiducia, per poi lasciare la carica di consigliere comunale. 26 novembre 2009: stessa mozione, 12 firme, ma poi Salvatore Pizzo dichiarò di aver cambiato idea e non venne più nemmeno votata in consiglio comunale. 26 febbraio 2009, ancora flop: 10 i voti favorevoli, inferiori al numero dei firmatari e 7 i contrari. Girolamo Consiglio resta in carica. In aula si scopre che il testo della mozione di sfiducia è stata copiata da internet. Ora si attende l’atto numero 4 di questa storia che fino
ad oggi ha rasentato il ridicolo. I voti necessari per mandare il sindaco a casa sono 13, poi ci saranno nuove elezioni, altrimenti forse dovremmo aspettarci anche una quinta mozione di sfiducia, con l’ennesimo flop e così via.