PROCESSO RAPPA. SENTITI IN AULA I CONSULENTI TECNICI DI PARTE

Nuova udienza, nella seconda sezione penale del tribunale di Palermo, presieduta da Bruno Fasciana, del processo nei confronti delle cinque persone rinviate a giudizio sull’inchiesta della morte di Giuseppe Rappa, il bidello invalido di Giardinello, finito in ospedale nel corso di una lite durante la festa del paese e poi morto il 5 ottobre del 2008 in un ospedale di Palermo, dopo 45 giorni di coma. Presenti in aula gli imputati: il consigliere comunale di Giardinello Vito Donato, 49 anni e i suoi parenti Carmelo, Simone e Giuseppe Donato, rispettivamente di 29, 25 e 55 anni, assieme a Federico La Puma, 24 anni, originario di Partinico ma residente a Borgetto. Questa mattina, sono stati ascoltati i consulenti tecnici di parte, la dottoressa Lombino nominata dai cinque imputati e la dottoressa Badalamenti per la parte civile. Dall’istruzione dibattimentale è emerso che l’autopsia di Giuseppe Rappa mostrava un trauma cranico nella regione temporale-parietale, ed una ferita lacero-contusa a livello occipitale. Tali zone della testa sono situate in due aree del cranio ben distinte. La tesi della parte civile, sostenuta dagli avvocati Tommaso De Lisi, Elvira Rusciano, Fabio Bosco e Antonio Canto punta a dimostrare che Rappa è stato colpito al capo da un corpo contundente e che successivamente cadendo abbia sbattuto la testa nella seconda zona evidenziata nell’esame autoptico. Secondo la tesi difensiva invece, sostenuta dagli avvocati Sanseverino, Amato e Mosca, Giuseppe Rappa, ha avuto un attacco epilettico e perciò è caduto da solo battendo la testa per terra, dato che –sostiene la difesa- il signor Rappa era affetto da epilessia. La documentazione medica agli atti –sottolinea la difesa della parte civile- non evidenzia una sintomatologia tipica di una crisi di questo tipo. Per tanto è stata richiesta l’acquisizione del Diario redatto dal 118 la sera del tragico incidente.
La vittima, -ha sottolineato la dottoressa Lombino in aula- camminava con l’ausilio delle stampelle, infatti il signor Rappa –ha continuato il perito di parte- era stato operato circa tre mesi prima e nel periodo dell’incidente era ancora in fase riabilitativa e quindi non al pieno delle sue forze fisiche e quando –come hanno già ricordato i 15 testimoni- agitandosi per il sorteggio, ha alzato in aria la stampella e restando senza sostegno ha perso l’equilibrio rovinando al suolo. L’udienza è stata rinviata al prossimo 28 Febbraio per sentire oltre cinque testi degli imputati.
“Per gli imputati la morte di Giuseppe Rappa è stata una disgrazia, perché l’uomo era invalido e perciò nessuno lo avrebbe mai aggredito, ed è chiaro che non ci fu nessun pestaggio –sottolineano- perché noi, appunto, non ci saremmo mai permessi di toccarlo, in quanto persone civili. Saranno quindi i giudici –concludono gli imputati- a far si che la verità venga a galla, noi come tutti abbiamo fiducia nella giustizia.

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