OMICIDIO FRAGALA. SI DIFENDE MATTEO BOLOGNA: “L’AVVOCATO ERA MIO AMICO”

“Io non ero solo un cliente, ero un amico dell’avvocato Enzo Fragala’, che veniva a mangiare a casa mia, a Trappeto.” A parlare è Matteo Bologna, 50 anni, originario di Partinico ma residente in Germania, chiamato in causa da Mario Tornetta, suo ex coimputato in un processo per traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini sull’omicidio dell’avvocato palermitano Enzo Fragalà sono eseguite dai pm Carlo Lenzi e Lino di Matteo, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia. L’imputato di “reato connesso” che ha patteggiato la pena, aveva sostenuto che il suo ex difensore aveva ricevuto una chiamata dallo studio di Fragalà: da questo aveva dedotto che volessero farlo ritrattare. A quel punto, aveva scritto una lettera e l’aveva inviata a Bologna. Quest’ultimo a sua volta l’aveva girata a Fragalà, che l’aveva prodotta in dibattimento. Tutto questo era avvenuto circa un mese prima dell’aggressione mortale. Ora la procura vuol vederci chiaro. Ma Bologna si difende: “non sono un mostro, ne un trafficante di droga e ne un assassino. Fui arrestato nel 2006, perchè l’avvocato Fragalà mi consigliò di costituirmi. Dopo 15 giorni mi fece uscire dal carcere.” Poi aggiunge: “la lettera di Tornietta, dissi io a Fragalà di consegnarla ai giudici. Quello chiedeva soldi per ritrattare, diceva cose assurde su di me. Non avevo alcun motivo di prendermela col mio avvocato, che era una grande persona perbene.”

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