MONREALE. “CANCELLAVA LE MULTE”, CONDANNATO SALVINO CAPUTO

(larepubblica.it) Bastava rivolgersi all’allora sindaco di Monreale, Salvino Caputo, per farsi cancellare una multa salata. Persino l’arcivescovo Salvatore Cassisa si era affidato ai buoni uffici dell’ex primo cittadino: nel 2004 i vigili urbani avevano stilato un verbale di 101,96 euro all’autista del monsignore. All’assessore Francesco Nocera e alla moglie vennero notificate contravvenzioni per quasi 1.300 euro. Il vice presidente del Consiglio comunale, Roberto Terzo, fu multato per 900 euro. A tutti pensò Caputo, con una determinazione sindacale ad hoc che disponeva lo “sgravio” delle somme. “Provvedimento illegittimo”, hanno accusato il sostituto Sergio Demontis e il procuratore aggiunto Leonardo Agueci. E il collegio della prima sezione, presieduto da Monica Sammartino, ha condannato Salvino Caputo a due anni. La pena è stata sospesa e, se confermata, cadrà comunque per indulto.

Restano i reati pesanti contestati all’avvocato Salvino Caputo, oggi deputato regionale del Pdl, uno dei vessilli dell’antimafia nel centrodestra: è stato ritenuto responsabile di tentato abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Il Tribunale ha bollato come illegittime le sue “determine sindacali” che prevedevano lo sgravio delle multe. E soprattutto ha ritenuto che in quegli atti del Comune ci fossero evidenti falsi: mai nessuno dei raccomandati aveva presentato istanza per lo sgravio dei tributi, come invece Caputo scriveva. Per Nocera, il sindaco scrisse che “le sanzioni erano state elevate in orari durante i quali l’assessore svolgeva attività istituzionali autorizzate”. Ma all’epoca delle multe Nocera non era ancora assessore.

L’avvocato di Caputo, Giovanni Rizzuti, insorge: “Attendiamo di leggere le motivazioni del provvedimento – dice – ma credo che l’ex sindaco di Monreale sia stato condannato per un reato impossibile. Quelle determinazioni sindacali non impegnavano in alcun modo l’amministrazione, dunque non avevano alcun effetto: erano state soltanto spedite alla Serit e al comando della polizia municipale, che poi avrebbe dovuto decidere sul da farsi”. Secondo la difesa, “il responsabile del procedimento non è certo il sindaco ma un dirigente amministrativo”.

In effetti, le multe non furono mai cancellate. Al comando di polizia municipale di Monreale le delibere di Caputo restarono per settimane dentro un cassetto della scrivania del comandante. Erano i giorni della campagna elettorale per il rinnovo del sindaco. Caputo non fu rieletto. E uno dei primi atti del suo successore, Toti Gullo, fu proprio quello di riprendere i verbali, ma non per dare corso alla raccomandazione. I provvedimenti di Caputo furono spediti alla Corte dei conti. E da lì arrivarono presto alla Procura della Repubblica, che delegò le indagini alla sezione Reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile.

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