AGRICOLTURA SICILIA. LE PROPOSTE DELLA CIA ALLA REGIONE PER SUPERARE LA CRISI

Le profonde difficoltà dell’agricoltura siciliana sono figlie della crisi della politica regionale. E’ in questa frase che sinteticamente la Direzione regionale della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) riunitasi ieri a Palermo ha riassunto il punto di vista della Organizzazione professionale di categoria e il livello di preoccupazione per la tenuta del settore. I vertici della Cia, hanno pianificato le priorità per favorire la promozione e commercializzazione dei prodotti
agricoli dell’Isola, proponendo la creazione da parte della Regione di un “fondo unico” per il finanziamento di progetti regionali di filiera realizzati in forma associata per i prodotti agroalimentari siciliani. Oltre a ciò, secondo la Cia, devono essere previsti incentivi che favoriscano i processi di integrazione; il controllo sistematico sulle merci extracomunitarie (dall’ingresso nel territorio regionale alla destinazione finale), sia dal punto di vista sanitario che del rispetto delle regole commerciali e degli accordi internazionali.
Per la Cia, poi, bisogna dare attuazione agli interventi previsti nella Finanziaria regionale 2010 per il settore agricolo, tra i quali la realizzazione del fondo assicurativo contro i danni atmosferici e le perdite di reddito, il ripristino del fondo per l’indennizzo alle aziende vitivinicole colpite dalla peronospora e l’aumento degli stanziamenti per la erogazione dell’aiuto per il caro gasolio.
Fari puntati inoltre sull’iter parlamentare della legge finanziaria regionale su cui la Giunta della Cia, su mandato della Direzione vigilerà, decidendo se è il caso le opportune azioni di mobilitazione della categoria. “Lo stato di precarietà del governo regionale, l’aver cambiato quattro assessori regionali all’agricoltura in due anni e mezzo e l’aver annunciato grandi riforme e cambiamenti che non sono avvenuti, contribuiscono ad indebolire la fiducia degli agricoltori nei confronti delle istituzioni regionali e ad appesantire il settore con inefficienze, sprechi e distrazioni di risorse”, ha dichiarato nel corso della riunione, il presidente della Cia siciliana, Carmelo Gurrieri.
E poiché non si può fare affidamento solo sull’azione dei governi, piuttosto latitanti negli ultimi mesi, la Direzione ha deciso, su proposta del presidente, di promuovere un tavolo di confronto regionale tra le rappresentanze della filiera agroalimentare a cui invitare le associazioni del commercio, dell’artigianato e dell’industria alimentare. “E’ radicata, infatti, tra gli agricoltori – ha osservato Gurrieri – la convinzione che solo facendo squadra si può uscire dall’impasse, soprattutto nella valorizzazione del prodotto siciliano a partite dal mercato
regionale dove solo il 27 per cento dei consumi è rappresentato da produzioni isolane”.
Ma il governo regionale non può sottrarsi ai proprio compiti. Ad essa tocca avviare il confronto per la modifica del Psr, necessaria se si considera la inefficacia di alcune misure o la loro non attivazione. Ma i tempi sono strettissimi, ammonisce la Cia siciliana: le proposte di modifica del Psr devono essere presentate alle autorità competenti entro il 31 dicembre 2010.

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