MAFIA. CHIESTA LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO PER RACCUGLIA
Chiesta la conferma all’ergastolo per il boss Domenico Raccuglia, imputato dell’omicidio di Pietro Romeo, fatto sparire da Altofonte nel 1997 col metodo della lupara bianca. Secondo l’accusa, si trattò di un delitto preventivo, maturato all’interno di una faida tra il gruppo mafioso che aveva fatto capo a Giovanni Brusca e quello di Balduccio Di Maggio. Nel 1996, quando furono arrestati i fratelli Brusca, Raccuglia raccolse l’eredità del potere criminale. Ma secondo il boss, Pietro Romeo, vicino agli ambienti mafiosi sarebbe stato vicino a Di Maggio e da qui la condanna a morte. Una sparizione avvolta nel mistero per tanti anni. Ma Pietro Romeo, asprinte boss era fratello di Nicolò, assassinato l’11 gennaio scorso nelle campagne di Corleone. Secondo le dichiarazioni di un terzo fratello Romeo, Salvatore, Pietro, non aveva voluto schierarsi nella battaglia per il potere tra Mimmo Raccuglia e Balduccio Di Maggio per il predominio su San Giuseppe Jato. Infatti secondo il pentito Giovanni Brusca, Romeo sarebbe stato eliminato perchè cercava di accrescere la sua influenza proprio a San Giuseppe Jato a scapito di Raccuglia. E proprio con l’ex primula rossa di Altofonte, Pietro Romeo aveva un appuntamento il giorno della scomparsa, secondo la testimonianza dei familiari. Insomma per il procuratore generale Carmelo Carrara, il delitto fu preventivo, da qui la richiesta di condanna all’ergastolo per Mimmo Raccuglia.