CUFFARO SOTTO PROCESSO: “LA MAFIA E’ UN FENOMENO SCHIFOSO”

“Non ho mai cercato di favorire la mafia, nè ho fatto parte di un fenomeno schifoso come la mafia perché sto culturalmente e eticamente dall’altra parte”. Lo ha detto, anticipando a sorpresa con dichiarazioni spontanee le arringhe dei suoi legali previste per oggi, l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, sotto processo, con il rito abbreviato, davanti al gup di Palermo Vittorio Anania per concorso in associazione mafiosa. Il senatore Cuffaro, visibilmente teso, ha negato ogni rapporto coi boss: da Nino Rotolo e Nino Giuffrè, all’agrigentino Maurizio Di Gati. L’imputato ha respinto poi l’accusa di aver preso i voti della mafia, avanzata sulle basi delle dichiarazioni del pentito Giuffrè che ha raccontato dell’avallo del capomafia Bernardo Provenzano al sostegno elettorale di Cuffaro. “I pm non dicono tutto – ha detto l’ex governatore – Giuffrè dice che Cosa nostra mi votò perché sapeva che avrei vinto”. “Ho incontrato Angelo Siino nel ’91, ma non sapevo che era mafioso. Ci sono andato per chiedergli un aiuto elettorale. Seppi solo dopo del suo ruolo in Cosa nostra. Quando Calogero Mannino seppe che avevo visto Siino – ha proseguito Cuffaro – si arrabbiò molto”. Cuffaro ha però negato di aver avuto un secondo incontro con Siino, poi pentito, e ha smentito il colorito racconto fatto dal collaboratore che ha riferito che l’ex governatore lo abbracciò e lo baciò. “Era la prima volta che lo vedevo – ha detto – non è possibile che l’abbia baciato. L’avrà riferito sapendo che, per carattere, se ho rapporti di amicizia con le persone, sono affettuoso”. I pm hanno richiesto una condanna a dieci anni di reclusione per il senatore. Cuffaro, che ha lasciato l’Udc per fondare un nuovo partito, e’ stato gia’ condannato a sette anni in un altro processo in cui era accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreti delle indagini, reati entrambi aggravati dall’agevolazione di cosa nostra.

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