SAN GIUSEPPE JATO. CONDANNATO UN GIOVANE PER ABUSI SESSUALI

“Mi ha trattata bene, non mi ha fatto del male”, così una ragazzina di 13 anni aveva tentato di difendere un giovane 20 enne, accusato di aver abusato sessualmente di lei. Ma la terza sezione della corte di appello di Palermo, ha condannato a tre anni e otto mesi, Salvatore Gandolfo di San Giuseppe Jato, che con la ragazzina, in realtà quasi 14 enne e consenziente, aveva avuto rapporti sessuali nel 2002. Per la legge però sotto i 14 anni la violenza è sempre presunta, da qui la condanna. La giovane all’epoca dei fatti, era ospite in una casa-famiglia di San Giuseppe Jato, perché vittima di abusi e violenze sessuali che si erano consumati all’interno del nucleo familiare. La 13 enne scappava spesso dalla struttura assistenziale in cui era stata mandata su ordine del tribunale dei minorenni. Un giorno si allontanò con un’ altra ragazzina, che i 14 anni però li aveva già compiuti. Si appartarono in un casolare con due ventenni di San Giuseppe Jato, dove la 13enne ebbe un rapporto sessuale con Salvatore Gandolfo. “Non mi ha costretto, io ero assolutamente consensiente. Non mi ha forzata. Gli volevo bene”, disse la ragazzina una volta scoperta alle assistenti sociali e ai carabinieri. Ma una volta venuta fuori la storia, anche la madre ne venne a conoscenza e denunciò Gandolfo. Poteva farlo, come esercente la potestà dei genitori, anche perché la figlia non aveva ancora compiuto i 14 anni. La ragazzina si oppose alla decisione della madre, ma Gandolfo è stato lo stesso condannato a 3 anni e 8 mesi per abuso sessuale, anche se adesso potrebbe ricorrere in Cassazione.

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