PROCESSO CARTHAGO. GIUSY VITALE HA DEPOSTO IN VIDEOCONFERENZA
Giusy Vitale, la collaboratrice di giustizia di Partinico è stata ascolata in video conferenza, questa mattina, nell’ambito del processo Carthago che vede alla sbarra 8 imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. L’udienza, presieduta da Bruno Fasciana davanti la seconda sezione penale del tribunale di Palermo, riguarda l’ex latitante e boss di Altofonte Domenico Raccuglia, catturato a Calatafimi il 15 novembre del 2009, alla vigilia dell’inizio del processo; Salvatore Corrao, Santo Musso, Giuseppe Giambrone, Francesco Nania, Antonino Nania, Alessandro Salto, Pietro Brugnano, questi ultimi tre già scarcerati. Raccuglia è ritenuto il supervisore del mandamento di Partinico e Borgetto, individuando di volta in volta gli uomini da considerare quali più affidabili per la gestione degli affari delle famiglie mafiose. La pentita in gonnella ha riferito ai magistrati che il mandamento mafioso di Partinico e Borgetto è stato ininterrottamente guidato da Mimmo Raccuglia dal 2002 fino alla sua cattura. La stessa avrebbe asserito di avere guidato lo stesso mandamento dall’aprile al giugno del 98. Di avere trovato al suo ingresso, nelle casse della mafia, 700 milioni delle vecchie lire e di averne lasciati, al momento del suo arresto 1 miliardo e 300 milioni di lire. Giusy Vitale, inoltre avrebbe dichiarato in aula che prima dell’avvento di Raccuglia a riscuotere il pizzo nel mandamento fosse stato Francesco Nania, il quale, avvalendosi di impiegati comunali e pezzi delle istituzioni, avrebbe consentito alla famiglia l’aggiudicazione di gare d’appalto. I magistrati, attraverso le varie testimonianze, stanno verificando le informative di reato dei carabinieri della compagnia di Partinico, gli esiti delle intercettazioni ambientali e telefoniche con video-riprese, dichiarazioni di persone informate sui fatti, ma anche dei collaboratori di giustizia Michele Seidita, Giusy Vitale e Gaspare Pulizzi. La documentazione in possesso della magistratura ricostruisce la guerra di mafia che si è combattuta tra Partinico e Borgetto, territorio che è a cavallo tra quelli che erano guidati dai boss Lo Piccolo, che tentavano di espandersi nel trapanese, e quello in cui comanda attualmente il latitante Matteo Messina Denaro. Una faida che ha portato numerosi morti.